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Feb 25, 2018 Arte & Musica, Cultura
Da adolescenti studiavamo l’inglese e ascoltavamo Bob Dylan, alla Scuola dell’Associazione Italo/Americana a Genova.
Il mito dell’America, dai 10 ai 15 anni, era molto forte e, durante la nostra adolescenza, era fortissimo. Il cinema, la letteratura, la frontiera, il Far West, New York, San Francisco, Boston, sembravano luoghi irraggiungibili. La voglia di imparare l’Inglese era in alcuni di noi, pochi per la verità, prepotente.
L’inglese è una lingua che se parlata fluently permette il salto di qualità, anche oggi, fa passare le frontiere e il mondo di ciascuno di noi assume un’altra prospettiva.
La prima volta che siamo andati a NYC sembrava di andare alla conquista del mondo, nonostante la nostra vita avesse già incontrato il Regno Unito e la Francia.
E, negli studi di perfezionamento dell’Inglese, c’era un giochino che ci sembra valido ancora oggi.
Quando si vuole verificare a che livello si è arrivati nella comprensione della lingua si ascolta Bob Dylan quando canta o parla e si capisce subito a che punto si è arrivati.
Di recente eravamo in platea al Beacon Theatre, sulla Broadway, durante un concerto del vecchio Bob, ricco di gloria e di Premio Nobel, in pratica un monumento vivente. In testa un cappellaccio, barba incolta, espressione tra l’annoiato e l’incazzato, arriva sul palco e parte con un pezzo non dei più noti. Poi attacca Hurricane, Blowin’ in the wind, e Like a rolling stone e ancora una volta scatta l’esame di Inglese. Lui, as usual, si mangia 7 parole su dieci, in pratica è come se parlasse a se stesso, ma l’effetto verifica arriva come sempre. Ha appena detto: Ragazza uscivi tutta ben vestita, poi ti sei persa per strada, ora fai fatica a trovare qualcosa da mangiare… Cavolo, passano gli anni ma il vecchio Bob non si smentisce, se si capiscono i suoi versi brucianti, è fatta, si può andar per il mondo.
Sono passati un po’ di decenni dalla scuola Americana di Genova, ma in media i giovani italiani continuano a non conoscere l’Inglese, al massimo biascicano, sbagliando pronuncia, accenti e toni, quelle dieci parole che si legano al web.
In ogni modo, Bob Dylan è sempre lì, ricco di onori e riconoscimenti e rimane un punto di riferimento nel mondo della Cultura e della verifica del proprio Inglese.
Mauro Pecchenino
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