Immigrazione, il saluto ai meno fortunati

Ago 03, 2013 Attualità, Italia

Rimane difficile il rapporto tra Italiani e immigrazione. Non ci riferiamo solo alle bravate penose e idiote contro madame Kyenge, ma proprio della reazione di alcuni Italioti (non moltissimi per fortuna) nei confronti di chi ha una pelle diversa o lineamenti che differiscono dai nostri. In tempo di crisi economica, l’immigrato che ruba il posto, che gode di chissà quale privilegio, che passa avanti rimane uno spauracchio difficile da abbattere.

Bisogna mettersi  in testa che l’immigrato nel 95% dei casi fa un lavoro che l’Italiano con il pezzo di carta, viziato e svogliato non vuole e non sa fare. L’immigrato non porta via niente, è meno fortunato di altri, vuole solo vivere dignitosamente, perché nel suo Paese non ne ha la possibilità. Gli Italiani devono capire che non tutti gli immigrati amano il nostro modo di vivere, anzi. Lo amano solo i ragazzotti idioti che si fermano all’apparenza della sciocca superficialità italiota e poi magari delinquono, spacciano, rubano.

Bisogna invece aver presente che l’immigrato porta colore, una cultura diversa con la quale fare confronti, porta abitudini, cibi, sapori, quotidianità diverse, che è bello scoprire. L’Italia non è un Paese coloniale e fa più fatica di altri a comprendere l’immigrazione, ma non bisogna dimenticare che gli Italiani sono sempre stati emigranti, con la valigia legata con lo spago. Sono andati in tutto il mondo e l’integrazione non è stata facile. Ma quasi sempre sono stati accettati e hanno vissuto.

Perché dimenticarlo?

Alma Sastri

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