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Nov 30, 2012 Attualità, Italia
Non bastavano le immagini degli operai in sciopero, delle donne che piangono i figli malati e i mariti morti, degli sguardi affranti, impotenti, disperati per un futuro che sparisce di giorno in giorno insieme alla salute. Non bastavano i nuovi arresti dei giorni scorsi, la scoperta che la Chiesa sapeva e ha taciuto, le parole intercettate–agghiaccianti- di Fabio Riva («Due casi di tumore in più all’anno … Una minchiata»). Non bastava nemmeno il ricatto sottile e terribile che costringe i tarantini a scegliere se difendere il lavoro o la salute, il futuro dei figli o la propria vita. Né bastava il paradosso di una fabbrica che porta morte e vita ad una città rossa di “minerale”, una città “bellissima”, come ripetono le donne tarantine che vanno a prendere i propri figli a scuola e li riportano a casa scintillanti di polvere rossa. Non bastava l’ordinanza del sindaco che vieta ai cittadini l’accesso alle aree verdi del quartiere Tamburi, il quartiere della morte, il quartiere che una volta si raggiungeva perché l’aria era più pulita.
No. Ora ci voleva pure la natura a scagliarsi contro Taranto. Le immagini della tromba d’aria che ha colpito la città sono impressionanti. Irriducibile, violenta, terribile, un enorme mostro che ne divora un altro, che abbatte torri, innalza fiamme, getta fulmini. «Non è possibile. Sembra quasi una maledizione», mormora un operaio allibito e in fuga lungo strade deserte e accerchiate da rottami. Sì, una maledizione: sono scenari da apocalisse quelli che i video mostrano della giornata di oggi. Scenari di desolazione, quasi di espiazione verrebbe da dire, se non fosse che a farne le spese sono ancora una volta gli operai, quegli uomini in tuta blu o arancione disposti a morire pur di poter crescere i propri figli.
Anche la natura si sta ribellando all’Ilva e ai “rettili” –come li ha definiti Concita De Gregorio – : quegli uomini, i vari Riva, Archinà, che per anni hanno avvelenato aria e vite. Anche la natura si ribella a tutto questo. Si faccia qualcosa. Si prendano provvedimenti. Senza che a farne le spese siano sempre gli operai che non possono scegliere tra salute e lavoro, senza che a farne le spese siano ancora quei bambini che non possono più giocare fuori dalle proprie case e che ne hanno invece tutto il diritto, senza che le donne di Taranto siano costrette a veder morire i propri mariti per crescere i proprio figli e farli partire, mandarli via, lontano dalla città che è nelle mani di mostri.
Silvia Ferrari
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