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Giuseppe Arcimboldo (1526- 1593) è tornato a casa nella sua città d’origine. Una mostra lo celebra fino al 22 maggio nella sede di Palazzo Reale, proprio a due passi dalle vetrate del Duomo, da lui stesso realizzate in età giovanile. Ci piace pensare che in questi giorni le vetrate siano splendidamente illuminate anche per celebrare il ritorno del loro creatore a Milano.
Addentrandosi nel percorso della mostra, appare subito singolare la scelta della curatrice Sylvia Ferino; le prime sale infatti, più che presentare il lavoro dell’Arcimboldo, sono dedicate a tracciare una panoramica dell’eccellenza milanese del Cinquecento. Dipinti, disegni scientifici, testi miniati, tessuti, stoffe, gioielli ed altri esempi della maestria artigiana meneghina, tanto apprezzata all’epoca dalle corti di mezza Europa. Questo clima culturale variegato e stimolante, così come l’interesse crescente del mondo culturale per le scienze naturali, hanno sicuramente influenzato la pittura dell’Arcimboldo che presenta un’accuratezza particolare per il dettaglio e per la scelta delle varietà naturali che compongono le sue celebri Teste. Al gusto per la caricatura e per il grottesco invece l’artista si è sicuramente accostato durante gli anni della formazione, grazie alla frequentazione della scuola di Leonardo, della cui produzione la mostra offre una vasta campionatura.
Nelle ultime sale ecco finalmente apparire le sue caratteristiche Teste, volti che emergono come apparizioni attraverso composizioni di fiori, frutta e animali. Una trasfigurazione, una fantasia affascinante, che incuriosisce, diverte ed al contempo è indice di una modernità assoluta dell’artista, che precorse i secoli con opere degne antenate del surrealismo. La produzione “fuori dagli schemi” dell’Arcimboldo ne ha decretato la fama in età matura presso la corte imperiale di Rodolfo II d’Asburgo prima e nell’Europa intera poi.
Ci sono Le Stagioni, con teste che si connotano per la vegetazione ed i frutti tipici del periodo dell’anno che vogliono rappresentare; c’è la Testa reversibile con canestro di frutta a cui si è ispirato Caravaggio per la celeberrima Canestra della Pinacoteca Ambrosiana; ci sono le caricature delle professioni, il bibliotecario ed il giurista rappresentati con gli strumenti che caratterizzano le loro attività; ci sono anche i suoi disegni realizzati appositamente per creare la scenografie ed animare le feste di corte.
Questa interessante mostra raccoglie opere provenienti da tutto il mondo, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, alla National Gallery of Art di Washington, fino ad arrivare agli Uffizi di Firenze.
Ultimo particolare originale è la grande scultura in vetroresina dello statunitense Philip Haas, che celebra l’Arcimboldo rifacendosi alla sua raffigurazione dell’Inverno e che domina la piazza antistante al Palazzo creando un’atmosfera quasi fantastica.
Barbara Pellegrini
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