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Il Premio Turi Ferro a Ricky Tognazzi
Ricky Tognazzi in L’Isola dei Segreti
Un attore completo, con la capacità di affrontare il pubblico e la fatica delle scene, deve per forza calcare i palcoscenici e recitare nei teatri. Poi, può passare al cinema o alla televisione, ma non può saltare l’appuntamento con il sipario.
Negli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta, Ottanta in Italia esistevano numerosi attori di questo tipo, completi, totali, con una tecnica notevolissima. Ricordiamo qualche nome, Gianmaria Volontè, Vittorio Gassman, Enrico Maria Salerno, Salvo Randone, Turi Ferro e alcuni altri. Poi è arrivata la fiction e gli attori degli ultimi anni, lasciamo perdere …
Proprio a Turi Ferro, siciliano di Catania è intitolato un Premio che è giunto alla Settima edizione e viene consegnato quest’anno a Ricky Tognazzi.
Ferro è stato un sensibile attore pirandelliano, ha fondato il Teatro di Catania e si è distinto al cinema in alcuni cammei e in parti da protagonista che hanno lasciato il segno. A titolo, solo d’esempio, citiamo per tutti Mimì Metallurgico e Malizia. Della sua famiglia teatrale non si può dimenticare la moglie Ida Carrara e il figlio Guglielmo regista teatrale e le figlie attrici.
Tognazzi, figlio del grande Ugo, ha avuto una carriera variegata e altalenante. Come attore si è distinto soprattutto in La famiglia e Canone inverso. Mentre come regista, dopo alcune prove di notevole intensità che lo hanno caratterizzato come un artista innovativo e realista, come Ultrà, Vite strozzate e La scorta, pare essersi perso nell’impervia strada della commedia, spesso più insulsa che corrosiva. Ricky Tognazzi, soprattutto ne La Scorta, ha contribuito in maniera intelligente e senza sovrastrutture al dibattito sulla Sicilia e le sue ferite, quindi merita il Premio Ferro, anche perché in futuro potrebbe ritornare ad occuparsi di certi temi, magari lasciando la commedia ai cine panettoni e robe simili.
Premi come questo sono un incentivo per qualsiasi carriera.
Fabrizio Ferrini
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L’Editoriale – di Mauro Pecchenino
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