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Nov 11, 2012 Attualità, Italia
All’inizio del Novecento i media venivano interpretati dagli studiosi come degli strumenti di comunicazione estremamente potenti sul piano sociale. Degli strumenti addirittura in grado di dare l’impressione di vivere una vita autonoma e indipendente rispetto a quelle degli esseri umani. Alcuni ritenevano però che i media svolgessero una funzione estremamente positiva e che fossero in grado di stimolare e regolare i processi di modernizzazione, di sviluppo economico e sociale e di partecipazione democratica, mentre altri li consideravano invece uno strumento utilizzato soprattutto da chi intendeva esercitare un controllo di tipo autoritario e un intervento fortemente manipolatorio sulle coscienze individuali. Anche un terzo filone di ricerca sulla comunicazione ha interpretato i media come uno strumento potente: quello che ha preso vita con le riflessioni di Harold Innis ed è proseguito poi con le analisi portate avanti da Marshall McLuhan e dai diversi studiosi che hanno condiviso con tale autore una concezione dei media come ambiente sociale e culturale.
A un certo punto però l’interpretazione dei media come strumento di comunicazione potente ha cominciato ad entrare in crisi. Le ricerche di tipo empirico che sono state condotte soprattutto negli Stati Uniti e in Inghilterra hanno messo in evidenza il ruolo attivo che gli individui sono in grado di svolgere rispetto ai messaggi trasmessi dai media e la capacità degli individui stessi di filtrare, negoziare e a volte anche addirittura stravolgere quanto viene proposto loro. Ed è stata sempre più condivisa dunque una concezione dei media come strumento debole sul piano del potere che ha a disposizione e costretto continuamente a confrontarsi con altri soggetti operanti nello spazio sociale.
Da qualche tempo però si stanno evidenziando dei segnali di rinascita di una concezione che tende nuovamente a interpretare i media come uno strumento di comunicazione potente. Non a caso assistiamo oggi a un ritorno dell’interesse nei confronti di McLuhan, il quale, come si è detto, ha particolarmente enfatizzato il potere sociale a disposizione dei media.
Certamente il contesto odierno è differente rispetto al passato. Oggi tende infatti a prevalere in maniera crescente il modello del “medium personale”. Un modello che prevede una fruizione contrassegnata da scelte e interpretazioni specifiche per ogni singolo individuo e che potrebbe far pensare che si vada indebolendo e disgregando il ruolo sociale esercitato dai media. In realtà, questi, attraverso le forme imposte dalla Rete, stanno sperimentando altre strade che gli consentono comunque di continuare a esercitare un ruolo estremamente importante all’interno della cultura e della società.
Vanni Codeluppi
Docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia
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