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Set 13, 2015 L'editoriale
Si ritorna dall’estero, anche dopo un tempo lungo e si ritrova l’Italia di sempre. Tra mafia, corruzione e tanta banalità. Si ha la sensazione di un Paese che non evolve, attorcigliato su se stesso, vecchio, privo di spinte positive. Qualcuno afferma che questo è pessimismo, che è gufare, mentre a noi sembra la triste realtà. Basta uscire di casa e si percepisce subito che nulla funziona. Treni zozzi e in perenne ritardo, traffico senza regole, strade sporche, banche buone solo a chieder tassi alti senza giustificazione, servizi pubblici da Quinto Mondo. C’è un calo delle nascite, una popolazione che continua a invecchiare con forte flessione nelle iscrizioni universitarie ( colpa anche del piattume degli atenei italiani, schiavi di una casta di burocrati che la tengono in pugno). Se si va a Roma è tutto un fiorire di malaffare, immondizia, buche , sporcizia, trasporti inesistenti, una capitale del Quinto Mondo, con un sindaco con barbetta, arrogante e totalmente incapace di fare un minimo di autocritica. Abbiamo la sensazione di un’Italia allo sfacelo. L’unico che è sempre allegro è il cicciottello fiorentino, degno erede del Sorrisoni lombardo. Incapacità e inettitudine continuano a essere la guida di un Paese finito, come ha sottolineato un attento osservatore come Giampaolo Pansa. Crediamo che andando per questa strada l’Italia dovrà rassegnarsi a essereun Paese minore, ridimensionato, imbastardito, ultimo dei così detti “grandi”.
A presto. See you soon. A la prochaine.
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