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Lug 10, 2012 Cosa bolle in Pentola
Tutti quelli che pensano ancora chela Puglia in estate sia solo mare, sole e vento dovranno ricredersi: l’estate pugliese può essere molto dark and chic.
Nei giorni scorsi, un evento molto interessante e raffinato ha avuto luogo nel Salone degli Affreschi dell’Ateneo dell’università di Bari: il vernissage della mostra organizzata dall’Atelier Millenovecento, intitolata “Attraverso il nero”.
Un’ammirevole collezione di vestiti che ripercorrono la storia del costume, dalla fine del diciannovesimo secolo fino agli anni 90 del novecento. Il tutto all’insegna di un unico colore che negli anni si è affermato come status symbol: il nero.
Il vernissage è stato trasformato in vero e proprio evento. Sull’invito è ben specificato che è gradito l’abito nero elegante. È davvero interessante osservare, all’apertura del gran portale d’ingresso una folla di gente elegantemente vestita di nero, salire in silenzio le scale, quasi come in un rumoroso e mondano corteo funebre. L’esposizione è molto ben curata, nel lungo salone sfilano una carrellata di abiti neri, ognuno con la sua storia ben rievocata dalla scheda che si trova a lato di ogni capo. Ogni vestito è associato ad una fragranza che ne rievoca le atmosfere.
L’intervento della scrittrice Claudia Attimonelli è molto pertinente e interessante: ci svela il vero senso di questa mostra che ha come obiettivo quello di mostrare le differenti culture di cui questo colore ne è stata la bandiera.
Il nero ha sempre rivestito i simboli più discordanti nella nostra società. Da simbolo di spiritualità, rappresentato da un abito della comunità religiosa degli Amish, datato anni trenta a simbolo di trasgressione, che riveste l’abito di Jean Paul Gaultier, interamente fatto in pvc. Inoltre è sinonimo d’eleganza e da sempre utilizzato dalle sartorie italiane più prestigiose come quella delle Sorelle Fontana o di Elsa Schiapparelli. Al contrario, spesso ha evocato il mistero e il soprannaturale presente nella mostra grazie ad un abito dei primi del novecento indossato da una ragazzina morta precocemente, che pare sia stato oggetto di fenomeni paranormali.
Certamente se si parla di paranormale non si può fare a meno di pensare al nostro Dario Argento, maestro dell’orrore. Ospite d’eccezione è stato lo storico compositore delle colonne sonore dei suoi film, Claudio Simonetti. L’artista ci regala un momento ineguagliabile suonando dal vivo alcuni dei più bei pezzi della sua carriera. I brani di Phenomena e Profondo rosso accompagnano i due abiti del giovane creatore e co-organizzatore dell’esposizione Vito Antonio Lerario (assieme a Luciano Lapadula). Due abiti da sera dalla sensualità molto dark.
Un evento davvero sorprendente nella calda estate pugliese che si trova all’incrocio tra arte, moda e sociologia, che cerca di svelare questo nero mistero che è il nero.
La mostra continua a Bari, presso il Palazzo Ateneo.
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