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Mar 27, 2015 Terza Pagina
Quali fantasie possono nascere dall’immaginazione di un bambino di otto anni che resta incantato a guardare per ore le navi che da Nantes salpano per le Indie? Un mondo sconfinato che ispirerà Jules Verne, autore di decine di romanzi scientifici e di avventura che faranno sognare intere generazioni di adolescenti con Ventimila leghe sotto i mari (1870) o Il giro del mondo in 80 giorni (1873), per citare, forse, i più conosciuti. Il protagonista, Phileas Fogg, un eccentrico gentiluomo inglese, lancia la sfida ai suoi amici del Circolo “scommetto 20.000 sterline contro chiunque, che riuscirò a fare il giro del mondo in 80 giorni e anche meno!”. Quindi, dovrà trovarsi al Club alle 20:45, sabato 21 dicembre, essendo partito il 2 ottobre alla stessa ora. Accompagnato dal fedele servitore Jean Passepartout, viaggiando sempre verso Est, inizia la sua avventura su tutti i mezzi di trasporto possibili: dalla mongolfiera al treno, dalla nave a vapore al piroscafo, dall’elefante alla slitta. Le peripezie non mancheranno. Tra le tante, il salvataggio, durate il rituale del Sati, di una splendida fanciulla indiana, Auda, che diventerà sua moglie. Ma alla fine la vittoria e il bagaglio di conoscenze che riporterà in Inghilterra ricompenseranno tutta la fatica. Amo la figura di Phileas Fogg che rappresenta, per me, tutte quelle persone capaci di sfidare i propri limiti, gli amanti della scoperta, i fiduciosi nel progresso scientifico. Nel 1889 Nellie Bly volle emulare l’aristocratico inglese. Partita da New York, vi ritornò dopo aver fatto il giro del mondo in 72 giorni, 6 ore, 11 minuti e 14 secondi, vincendo la scommessa pattuita con il direttore del giornale americano The World. L’intrepida giornalista, che percorse 40mila chilometri in solitaria, ricevette le congratulazioni dallo stesso Verne. Da allora, naturalmente, ci furono decine di tentativi per battere il primato circa i giorni impiegati per il giro del mondo e nuovi record vennero stabiliti. Ma ho scelto di ricordare la Bly – tra i tanti – per varie ragioni. La prima è l’ammirazione che nasce dalla solidarietà di genere verso una donna così indipendente e intrepida. Come fu giornalista, ecco il mio secondo motivo: agì sempre in incognito per avere una storia da raccontare in maniera autentica e mai alterando la veridicità dei fatti, come quella volta che si infiltrò in un manicomio per descriverne le terribili condizioni di vita delle pazienti. In ultimo, doveva avere un carattere alla Rossella O’Hara, poiché attirò grandi simpatie, ma anche odi impalcabili. Fu, infatti, protagonista a Torino di una vera e propria rivolta da parte di cinquanta donne che, istigate da un frate carmelitano, tentarono di assaltare il vagone letto che la ospitava durante la sosta del treno in città. Notizia di questi giorni è il giro del mondo in 90 giorni dell’acrobata Cheetah Platt e della sua compagna Rhian. La coppia, zaino in spalla e vestito da cerimonia, ha deciso di ripetere il “fatidico sì” in posti diversi non una sola volta, ma quanto più possibile in tre mesi. Partiti da Los Angeles l’8 febbraio scorso, si sono sposati in Colombia, Europa, Marocco, Egitto….
Si può condividere o meno l’idea, certo è che l’originalità dell’iniziativa avrebbe entusiasmato Mr. Fogg.
Giovanna Scatena
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