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Set 03, 2013 Cosa bolle in Pentola
Miu Miu, F/W 2013
La comunicazione è una professione con pochi addetti nel mondo, rispetto ad altri settori. E’ anche creatività, inventiva, intuizione e fortuna. In questi ultimi mesi (e non solo), Miu Miu e Prada ci stanno abituando ad una comunicazione molto efficace e di impatto, che eleva l’azienda made in Italy di una spanna su tutti i concorrenti sparsi per la terra. Così a naso, ci sembra che il momento felice inizi più o meno con una campagna al maschile che aveva, tra gli altri, come protagonista il fascino senza tempo di Harvey Keitel. Poi sono arrivate altre campagne e altri volti. Tra questi, il nostro magazine non può non puntare il fuoco sulla ragazza Miu Miu, Hind Sahli e sulla ragazza che spicca tra le testimonial di Prada, Malaika Firth.
La prima è una ventitreenne nata in Marocco che si staglia per il suo esotismo mai di maniera e che non la identifica con una fisionomia legata ad alcun Paese preciso. E’ particolare, originale, unica, con uno sguardo che può perfino sostituire la parola. Ha lavorato con marchi internazionali ed è apparse su tutte le copertine più prestigiose, rimanda ad un’immagine di ieri, di oggi e del futuro e questa è la componente che la posiziona ad alcuni gradini ad di sopra di molte sue colleghe, alte, magre, belle, ma con una personalità che sa di omologazione.
La seconda è inglese, nata in Kenia, cresciuta a Londra, diciannovenne, ha in sé una miscela che non sempre in chi mixa Africa ed Europa è presente. Sa trasformarsi in selvaggia e misteriosa e poi diventare londinese e casalinga, a seconda dell’umore, di un sorriso, più o meno allegro, di una piega dei capelli che la sua origine le ha donato folti e misteriosi. E non veniteci a dire che la forza di una modella è sapersi trasformare, basta guardarsi in giro, sembrano tutte uguali. Nonostante sia molto giovane è già al livello di altre con quattro o cinque anni in più. Qualcuno l’ha paragonata a Naomi Campbell. La mania per i paragoni è già di per sé becera, ma in questo caso non c’entra molto: Malaika è più eterea, sofisticata ed elegante, rispetto alla chiassosa e un po’ tamarra Naomi.
In linea di massima, i volti con la pelle scura non hanno mai dominato il mondo della moda. I fenomeni duraturi, a parte appunto la Campbell, sono stati solo Tyra Banks, Alek Wek, Iman, Veronica Webb e nel mondo latino, Mercedes Navarro. Troppo poche. Ed è un errore, perché le modelle con le sfumature dell’ebano sanno presentare e valorizzare la moda come poche altre al mondo. Quindi un plauso al mondo Prada, per la scelta génial, come direbbe un couturier d’oltralpe.
Mauro Pecchenino
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