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Set 05, 2010 Terza Pagina
Silvio Cattani, artista trentino con al suo attivo un intenso curriculum espositivo internazionale a New York, S. Francisco, Parigi, Monaco di Baviera…oggi direttore dell’ Istituto d’ Arte “Fortunato Depero” di Rovereto, ci invita, col suo modo di fare pittura, ad ampliare lo sguardo a una lettura profonda della vita e delle storie.
E’ un artista che vuole uscire da ogni costrizione per entrare nello spazio e conquistarlo. Tela, vetro, mosaico, ferro poco importa, è un mezzo per raggiungere una libertà senza condizionamenti. Un andare al di là, fuori dal tempo.
Formatosi all’ Accademia di Belle Arti di Venezia e a Urbino, sviluppa la sua ricerca sempre nell’ ambiente veneziano frequentando gli studi di Lucio Andrich, Emilio Vedova ed altri artisti. Negli anni 80-90 il suo interesse è indirizzato verso vetro e ceramica, di cui ne approfondisce la conoscenza lavorando a Murano e a Faenza, in stretta collaborazione con gli artigiani.
Sempre a Faenza, espone al Circolo degli Artisti con la mostra IDENTITA’, dove confluiscono i paesaggi delle sue immagini doppie, che ci parlano di un mondo e di un contromondo, di un’ immagine e del suo riflesso, riassemblati su tracciati sempre differenti e contrari. Dal 2000 in poi, artista consolidato e conosciuto anche all’ estero, continua il suo lavoro in ambito teatrale e con progettazione di opere pubbliche, anche di grandi dimensioni nelle quali sperimenta porfido, ferro, mosaico e vetro…
Le sue opere sono colte, ricche di riferimenti geometrici e stati emozionali in cui il corpo e l’ anima si fondono, facendo riemergere ricordi lontani e recenti.
Forme nate dal sogno, dall’ inquietudine del quotidiano, nascoste nel magma delle pulsioni. Cattani da sempre affascinato dai grafismi dell’ espressionismo astratto, dai paesaggi fantastici di Klee, dalle sovrapposizioni di colori, elabora un suo stile, calibrato, delicato, un suo modo di fare pittura.
Nel 2007 espone una serie di dipinti a forma di mandorla. Un voluto riferimento ai dipinti medioevali dove viene incastonato Cristo e la Madonna, o un richiamo al sesso femminile fonte del piacere e della vita? Cattani rifugge da ogni volontà di provocare. La sua ricerca è fondata sul rapporto tra tecnica e dinamica interiore dei segni e colori che stimolano la fantasia e l’immaginazione. Un linguaggio originale fatto di giochi di colore uniti a tratti a volte decisi e incisivi, a volte leggeri, che convivono armonicamente. Il suo lavoro nasce da una felice somma d’ intuizioni e d’ invenzioni e si sviluppa negli anni con un linguaggio dall’ originale complessità.
Nel 94’ Birgit Schneider dice di Cattani: “Non è possibile determinare a quale tempo appartengono la scrittura e il linguaggio di Cattani.”
I suoi segni rimandano a quello spazio infinito, fuori dal tempo, esistente prima che la scrittura diventasse alfabeto. Come in un mosaico che si compone di varie forme geometriche e sfaccettature scintillanti, tenute unite dall’ artista in una concentrazione energetica di luce e colore, così le sue torri smerlate ci suggeriscono con poetici accenni nuove aperture, nuove suggestioni come nelle fiabe.
Oggi ragionando con lo slancio e la passione di chi sta partendo e non di chi intravede l’ arrivo, l’artista continua a far fluire attraverso gli stati d’ animo del colore, equilibri, vibrazioni e variazioni di luce.
Carla Aghito
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