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Giovani e anziani, figli di una cronaca minore
Non si capisce più nulla in Italia. Dalla cronaca sui media, chi può fare un paragone con altri Paesi, si rende conto che la crisi in corso da qualche anno è stata spesso l’occasione, all’estero, per cercare di migliorare la situazione generale. Nel povero Bel Paese, invece, tutto rimane identico a se stesso. I politici continuano a sbagliare e a trovare protezione, assessori, consiglieri, presidenti di regione, ne combinano di tutti i colori e vengono salvati. Anche i condannati in via definitiva, continuano a far la loro vita inutile, indisturbati e, molto spesso, sono anche i protagonisti di spettacoli televisivi, condotti dai soliti giornalisti prezzolati, senza arte né parte, leccapiedi di professione. Su tutto domina una cronaca del mariuolismo imperante, dello sberleffo alle regole, senza che qualcuno si prenda un po’ cura, anche a tempo perso,tra una ruberia e l’altra, dei due gruppi della popolazione più deboli: i giovani e gli anziani. I primi crescono in una scuola che fa acqua da tutte le parti, per colpa di una gestione pessima, di riforme beote, della mancanza di meritocrazia. I giovani così crescono ignoranti, senza prospettive, deboli, un po’ idioti, grazie anche a un ambiente generale di bassissimo livello e senza riferimenti concreti. Gli anziani, nella maggior parte dei casi, arrivano alla cosiddetta età rispettabile (ma non rispettata da chi gestisce l’Italia) con pochi soldi, a causa di pensioni da fame e dei parenti che hanno ancora bisogno del loro aiuto. Tra l’altro, non c’è un politico che abbia la forza di portare tutte le pensioni minime al doppio di quelle attuali, che rimane comunque una cifra da vergogna.
Tutti chiacchierano, promettono, urlano, blaterano, con le loro pance e faccioni gonfi di inutilità e malafede. Dopo vent’anni di delitti di Stato, da destra e da sinistra, sono lì a far le intese, intese disoneste tra mariuoli di Stato, mentre la povera Italia muore. Chi scrive pensa sempre positivo, fin da quando era adolescente, ma di fronte al vuoto totale si fa fatica a credere in un possibile futuro.
Alma Sastri
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L’Editoriale – di Mauro Pecchenino
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