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Lug 22, 2009 Cosa bolle in Pentola
In Spagna l’hanno battezzata “generaciòn ni-ni”, nel senso che, “ni estudia ni trabaja”, sono i giovani tra i 15 e i 35 anni che si ritrovano a non “fare nulla”.
Non lavorano e non studiano, vivono in attesa o nella speranza che la situazione migliori, dato che, secondo loro, studiare non serve e che, cercare un lavoro oggi sia ( quasi ) impossibile.
È un piccolo esercito che sembra in continua crescita, un fenomeno che pare inarrestabile e che, accomuna Italia, Spagna, Gran Bretagna in Europa e anche fuori dal vecchio continente, è presente con numeri altrettanto significativi, negli Stati Uniti.
La fascia dei “giovanissimi” rappresentata dai ragazzi tra i 15 e i 19 anni, sono quelli che terminati gli studi della scuola dell’obbligo, non intendono proseguire il percorso formativo scolastico in qualche istituto superiore e che, allo stesso tempo, non trovano un impiego nel mondo del lavoro.
Quasi 2 milioni di giovani tra i 25 e i 35 anni, non studiano e non lavorano.
Tra di loro 3 categorie distinte: la prima rappresentata da chi cerca lavoro ma non lo trova, la seconda che crede che lo studio sia un’attività che non serva poi a molto, la terza è rappresentata da chi non si sforza neppure, né di studiare, né di cercarsi un impiego, sono coloro che “non fanno nulla per scelta, per convinzione”.
Il fenomeno è molto diffuso tra i giovani anche in Spagna.
I dati sono allarmanti anche in città come Barcellona, spesso popolati da giovani europei in arrivo da tanti altri Paesi in cerca di qualcosa, di una strada, che spesso è incerta.
Molto spesso, afferma una ragazza italiana, appena rientrata da un soggiorno di 2 anni nella città catalana, non è difficile vedere giovani che dopo aver lavorato solo per 3 mesi, chiedono di poter usufruire della disoccupazione, in attesa di capire che cosa si voglia fare della propria vita.
Barcellona è la città simbolo di chi ancora non ha trovato una sua strada, una sua collocazione, ma allo stesso tempo, noti immediatamente che, quasi tutti i giovani under 30, non hanno un progetto definito concreto e, il tempo, scorre via, senza rendersene conto e, cosa ancor peggiore, senza aver combinato granché.
Questa generazione di “bamboccioni” è figlia del suo tempo e, forse, di genitori complici, che hanno concesso tutto e di più ai propri figli, creando così, nuove leve così poco propense ad impegnarsi per costruirsi qualcosa, dato che forse non c’è più nulla da costruire, soprattutto quando ci si ritrova con tutto già fatto.
Una scuola, quella italiana, oggi così lontana da quella di un tempo, una televisione così maleducata e becera, una società civile che di civile talvolta sembra aver ben poco.
È il risultato della meglio gioventù di oggi è sotto gli occhi di tutti, con numeri che fanno impressione e che non possono non preoccupare.
Norman di Lieto
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