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Mar 12, 2011 Attualità, Italia
Ha monopolizzato l’attenzione sin dal suo insediamento come amministratore delegato di Fiat.
Sergio Marchionne, l’italiano atipico ( infatti egli stesso si definisce canadese ) è riuscito ad aprire una fase nuova nelle relazioni industriali e sindacali nel nostro Paese.
Se la più grande Azienda del Paese, minaccia di uscire da Confindustria ed attacca il sindacato metalmeccanico più forte e rappresentativo italiano, la Fiom Cgil, in maniera frontale, qualcosa sta cambiando.
E crea un precedente che potrebbe essere preso d’esempio per molte aziende.
Passando da Pomigliano d’Arco e Termini Imerese, fino ad arrivare alla storica Mirafiori, Marchionne ha usato il pugno di ferro e ha minacciato neanche tanto velatamente che, o si lavora alle sue condizioni all’interno degli stabilimenti italiani, o si sposta la produzione ( cosa in realtà già fatta ) in Brasile, Polonia e Serbia.
Metodi innovativi o fin troppo intransigenti?
La risposta sta nel risultato che si è ottenuto.
Un referendum tanto pubblicizzato che ha spaccato e diviso i sindacati, ( Fiom Cgil per il no al nuovo accordo, e Cisl e Uil di categoria per il sì alla nuova linea dettata dall’a.d. ), ma che ha condotto alla vittoria dei sì.
Vince Marchionne, vince la sua linea, vince il suo pugno di ferro.
In Italia oggi si apre una nuova fase.
E dove anche un’azienda storica come la Fiat deve fare i conti con una globalizzazione imperante e dove le logiche di mercato localistiche e troppo conservative fanno a cazzotti con la possibilità ( o la minaccia se preferite ) di poter delocalizzare la produzione, si tratti di Canada, Serbia, Brasile o Polonia.
E dopo l’acquisizione dell’americana Chrysler, anche con un po’ di soldi dei contribuenti americani avallata da Obama, la Fiat non può permettersi passi falsi.
E Marchionne non è scivolato sulla buccia di banana made in Italy.
La Fiat rimane in Italia, ma sembrano lontanissimi i tempi dell’ Avvocato.
Altri modi, altro stile, altra classe.
Ma questa è un’altra storia.
E le aziende si possono salvare anche senza stile.
Norman di Lieto
happy wheels
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