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Nov 20, 2013 Cosa bolle in Pentola
Ritratto di Federico Fellini
L’Italia è il Paese del mondo con la memoria più corta. Si dimentica chi ha fatto grande la nostra cultura, il nostro cinema, teatro, letteratura. Si dimenticano perfino i maestri che ci hanno avviato alla carriera, alla vita. Un Paese ingrato, un Paese ignorante, abitato da gente ignorante: giovani, meno giovani, ecc. Una vergogna nazionale che fa schifo. Rispetto alla Francia (la nazione europea più attenta alla cultura insieme al Regno Unito), che venera chi regala un poco di cultura, siamo e saremo sempre dei poveri paria, da due soldi. La crisi italiana, in generale, è anche figlia di questa pochezza che pervade il 95% degli Italiani. Circa vent’anni fa, l’Italia, perdeva un incomparabile maestro, Federico Fellini da Rimini, artista visionario, onirico, spontaneo, fiabesco e nello stesso tempo calato nella realtà del suo tempo. Fellini è venerato in tutto il mondo, ha ottenuto tanti Oscar, ha preso più premi e riconoscimenti lui rispetto a tutti i leccapiedi di Stato e di paracultura di questa Italia poveraccia e senza spina dorsale. Fellini ricostruiva i suoi film in studio, quasi senza muoversi da Cinecittà. Era anche un fine disegnatore e le sue sceneggiature stavano soprattutto nei suoi bozzetti. Vedeva la storia, il dipanarsi della trama, senza sentire troppo il bisogno di scriverla. Improvvisava, solo come i veri geni sanno fare e trasformava gli attori in pedine della sua storia, della sua fantasia senza freni, della sua meravigliosa capacità di raccontare. Nella sua vita da artista ha conosciuto, in particolare, tre persone che gli sono state magiche e funzionali, la moglie Giulietta Masina, il maestro Nino Rota e Marcello Mastroianni. Tutti gli altri ( a parte Sandra Milo) sono stati degli episodi passeggeri.
Federico Fellini è un artista indimenticabile. Nei soli Stati Uniti ha contagiato: Woody Allen, Paul Mazursky, Robert Altman, David Lynch, solo per fare pochi nomi.
Una gloria italiana nel mondo e la povera Italia lo ha quasi dimenticato, a parte il recente omaggio, tutto di cuore e memoria di Ettore Scola.
Mauro Pecchenino
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