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Mag 20, 2014 Attualità, Italia
Gian Mattia D’Alberto/LaPresse28-10-2011 MilanocronacaEXPO 2015
“Non sto dicendo che non c’è niente da vedere, ma che c’è troppo da vedere”. Era il 1851, e CharlesDickens commentava così The Great Exhibition, la prima Mostra Universale tenutasi a Londra per volere del principe Alberto, marito della Regina Vittoria. L’intento della manifestazione era quello di rendere spettacolare il progresso economico e tecnologico che investì l’Europa nel XIX secolo, mettendo a disposizione uno spazio per qualunque paese volesse fare mostra delle proprie conquiste scientifiche. Londra, Parigi, NewYork, Philadelphia, Chicago, Lisbona sono alcune delle città che ospitarono negli anni l’evento. Un’opera su tutte: la Torre Eiffel. Presentata al mondo in occasione dell’Esposizione Universale del 1889, centenario della Rivoluzione Francese, rappresenta forse il progetto più famoso. Non di certo l’unico né il più “utile”. Il telefono di Bell, la macchina da cucire Singer, il sistema di freni di emergenza degli ascensori Otis, sono alcune di quelle meno fotografate ma che hanno migliorato notevolmente la qualità della vita dell’uomo. Roma, per quanto ci riguarda, avrebbe dovuto ospitare l’esposizione nel 1942, presentando al mondo il complesso architettonico oggi conosciuto come EUR, ma la situazione internazionale che sfociò nella Seconda Guerra Mondiale fece saltare l’evento. Ora l’Italia ci riprova. L’Expo di Milano andrà in scena dal 1 maggio al 31 ottobre 2015 e il titolo della manifestazione sarà: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. È possibile garantire cibo e acqua alla popolazione mondiale? Aumentare la sicurezza alimentare? Proporre nuove soluzioni e nuove prospettive in grado di tutelare la biodiversità del Pianeta? Queste le domande che animeranno il dibattito e attorno alle quali saranno costruiti i progetti esposti.
Ma c’è un problema. Tra Londra 1851 e Milano 2015 passano fiumi di tempo e tante pagine di storia. Con la speranza che anche questa edizione possa essere ricordata come un trionfo tanto organizzativo quanto di contenuti, al momento, diciamocela tutta, le uniche pagine che interessano l’Expo italiana sono quelle degli atti che denunciano un giro di mazzette e di appalti truccati e quelle dei giornali che, ovviamente, documentano il tutto con dovizia di particolari. E allora? Siamo in Italia, no? Vero. Ma il punto è che l’esposizione è “universale”, il che la rende, per sua natura, internazionale. La notizia in un battito d’ali ha varcato gli italici confini dove nessuno si è lasciato scappare l’occasione per sottolineare l’ennesimo scandalo made in Italy, e la volontà di Ban KiMoon di far togliere la sua foto dal sito di Expo 2015 dà la misura della eco prodotta. Tutto negativo? Speriamo di no. Molti hanno sottolineato come, in un momento tanto delicato per le economie mondiali, non si possa perdere un’occasione simile. Un palcoscenico, l’Esposizione, che potrebbe aiutare a rilanciare la nostra immagine nel mondo, non può fallire dando ragione a quanti archiviano come normale uno scandalo di corruzione in Italia. Quindi, in attesa di vedere come finirà la vicenda, speriamo ancora una volta che la nostra attitudine ad esaltarci nei momenti di crisi possa fare l’ennesimo miracolo.
Luca Arleo
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