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Ott 05, 2011 Attualità, Italia
Si sa che nelle arti figurative e nella scultura, in particolare, i nomi femminili di risonanza nazionale e internazionale, che vivono solo di arte, sono pochissimi nel mondo. Ci vengono in mente due nomi: la francese Louise Bourgeois e la tedesca Kiki Smith, entrambe di fama planetaria. In Italia, nessuna donna è mai arrivata all’Olimpo, mantenendosi con l’arte. L’eccezione (ed una bella realtà) è rappresentata da una giovane artista (sui quaranta, quindi una bambina nel mondo dell’arte) che già da tempo si fa notare per una forza innata nello stile, una sapienza primordiale nella creazione e realizzazione delle sue sculture di parti di corpo, il tutto in un’atmosfera di grande sensualità e realismo. L’artista è Elena Mutinelli, bionda con penetranti occhi chiari e scrutatori, dotata di una forza fisica che stupisce, in un corpo minuto, tutto nervi e idee. I suoi temi sono l’uomo, la virilità, la plasticità dei corpi, il carattere predatorio dell’essere umano. Scolpisce mani nodose, con dita pronte a stringerti ed afferrarti, quasi ti volessero strappare i vestiti, le membra e l’anima. Mutinelli aggredisce la materia, marmo, resina o altro, con una sapienza del fare che la porta a realizzare le sue opere dal bozzetto iniziale, fino all’opera finale, grazie anche alla gavetta fatta a Pietrasanta, in cantiere e alla Fabbrica del Duomo, dove ha lavorato per alcuni periodi. L’artista sa esprimersi, sia sui corpi tonici, sia sui visi dei vecchi, dove segue le rughe con dolcezza e determinazione. Fin dalla nascita, a Milano, dove si è formata all’Accademia di Brera, ha respirato libertà di azione e di pensiero, insieme all’arte, grazie al nonno materno, Silvio Monfrini, notevole scultore, autore tra l’altro del monumento a Francesco Baracca. Un critico milanese l’ha definita la scultrice italiana più significativa del Duemila e altri l’hanno definita un Michelangelo del terzo Millennio, che attraverso le parti del corpo, arriverà a sfidare il Sommo, quando si dedicherà a realizzare una figura intera.
Negli ultimi due anni, è stata presentata da Vittorio Sgarbi in occasione del salone Nautico di Genova, insieme a Giuseppe Bergomi. Ha esposto al prestigioso Museo di S. Giulia a Brescia. Alla Fiera d’arte contemporanea di Parma è stata premiata da Philippe Daverio. Sue opere sono presenti a New York al Madison Towers e in varie altre parti del mondo. Sta lavorando con operatori d’arte di Miami e sta preparando una mostra alla Giudecca a Venezia.
La Michelangelo del Duemila scava nella materia, con la forza delle sue mani, che sembrano non conoscere confini, lavora e pensa, stringe i denti e va avanti. E dì sé, Elena Mutinelli afferma: “Scavo con la matita dentro e fuori quel muro di probabilità e varianti che i forti profili a malapena riuscirebbero a contenere: la forza, il potere, il cannibalismo”.
Mauro Pecchenino
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