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Feb 09, 2015 Attualità, Italia
Roma, dal corrispondente
Passata l’euforia seguita alla sua elezione, arriva per Alexis Tsipras il momento di fare due conti, come dovrebbe fare sempre anche l’altro giovane, Matteo Renzi.
Dal tour europeo il premier greco porta in dote al popolo ellenico tantissime strette di mano, un numero indicibile di pacche sulle spalle, ma neanche un euro in tasca. Se è vero che a parole molti leader hanno condiviso le necessità di restituire il discorso economico – non solo greco – ad una dimensione che tenga conto anche delle conseguenze dello stesso sulle persone, è altrettanto vero che nessuno ha la benché minima intenzione di andare apertamente contro la stabilità europea e quindi contro Berlino, Bruxelles e Francoforte. Il fatto, però, è che il tempo stringe e ad Atene servono risposte oltre che soldi. Le scadenze da onorare si avvicinano e proprio in quest’ottica sono da leggere le richieste di maggior flessibilità nel medio periodo fatte dalla Grecia ai leader di BCE e UE. Con una boccata d’ossigeno, questo il senso, il neonato Governo avrebbe il tempo di mettere a punto un piano di rientro del debito – rivisto e aggiornato – da presentare ai partner europei. Viceversa la questione si complica e non poco. La BCE ha effettivamente le mani legate e gran parte delle decisioni in merito dovranno prenderle i singoli Stati nelle prossime riunioni pianificate, ed è lì che qualche cancelleria potrebbe spingere per concedere un minimo di elasticità.
La possibilità che la Grecia però possa a questo punto lasciare l’Euro esiste e non sembra più così remota. In molti, difatti, stanno parlando della cosa come di un’ipotesi da vagliare, qualora non si trovasse una soluzione condivisa e sostenibile per entrambe le parti. Di certo la volontà di tutti è che ciò non avvenga, ma almeno in linea teorica nessuno esclude l’eventualità e le ovvie conseguenze. Due gli scenari: se con il ritorno alla Dracma si concretizzasse la previsione di un disastro economico per Atene, a parte il dispiacere per il popolo ellenico, Bruxelles brinderebbe per il rafforzamento di fatto dell’UE. Ma se così non fosse, e la Grecia reggesse l’urto come alcuni ipotizzano, i fragili equilibri esistenti nella UE sarebbero di fatto spazzati via dai movimenti euroscettici. Di certo il mandato popolare di Tsipras è chiaro ed è ovvio che qualcosa lui dovrà spuntare. Come allo stesso modo è limpido lo scenario che si prospetterebbe qualora per la Grecia fosse adottato un ”trattamento di favore” in deroga alle regole: un effetto domino per cui ognuno avrebbe ragione di chiedere revisioni e alleggerimenti. Il bivio è lì, bisogna capire che strada prendere e come percorrerla.
Non vanno però dimenticate, in queste valutazioni, le responsabilità oggettive che la stessa UE ha avuto nella gestione del debito greco. Nel paese ellenico le previsioni di ripresa attraverso la Troika sono state smentite dai fatti, e questo dato non può essere ignorato visto anche un rapporto del Parlamento Europeo che conferma l’errore di calcolo. Il rimando fatto da Varoufakis alla repubblica di Weimer, poi, col quale mette in relazione lo stress che vissero i tedeschi con quello che oggi sopportano i suoi concittadini, pone al centro della discussione direttamente i greci ed è calzante nella misura in cui rende bene il clima di tensione di un popolo che, come dice il ministro, rischia di veder fermentare rabbia e frustrazione al proprio interno, per la noncuranza con cui l’unione tratta le necessità di una nazione. Nel frattempo Tsipras ha accettato l’invito di Putin a recarsi a Mosca per il 9 maggio, giorno in cui nella piazza Rossa si ricorda la vittoria sul nazismo. Giorni fa il ministro alle finanze di Mosca, Anton Siluanov, aveva già parlato della disponibilità del Cremlino di valutare possibili aiuti al governo greco, inserendo così nel già complesso quadro generale tanto la Russia quanto gli USA, di certo non contenti di una possibile relazione bilaterale tra i due Paesi e che già hanno espresso per bocca di Obama, parole di condivisione per Tsipras e le sue richieste.
Luca Arleo
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