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Lug 11, 2011 Attualità, Italia
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa opinione:
Ci sono persone che svegliandosi la mattina nel proprio letto, con a fianco a loro una donna, pensano: “Io sono migliore!”. Altre persone invece, guardandosi allo specchio, pensano: “Mi sento me stesso, mi sento quello che sono, non mi vergogno di come sono nato e non mi vergogno se l’ultimo pensiero, prima di andare a letto, è per il ragazzo che ho conosciuto la sera prima al bar, anziché la bella spogliarellista che c’era per strada”. Ci sono persone che pur di non ammettere questa loro “diversità”, vivono la loro vita come un continuo spettacolo, fingono di essere quello che non sono, simulano per paura di qualcuno o qualcosa. Paura di che cosa? Di quello che la gente può pensare? Di quello che il padre dirà su di lui quando lo saprà? Oppure paura dei suoi nuovi sentimenti?
A un bambino, fin da piccolo, la prima cosa che gli si dovrebbe insegnare è l’uguaglianza: siamo tutti uguali, anche se uno biondo, uno moro, uno nero di pelle e l’altro invece bianco. Siamo nati tutti per opera di un solo Dio, tutti dallo stesso creatore, venuti al mondo solo per coesistere e per condividere quello che ogni giorno viviamo appena mettiamo “il naso fuori dalla porta”.
Ci sono persone che, pur sapendo che la vita è una sola, sono disposte a vivere ogni minuto, ogni ora, ogni mese dell’anno, un’esistenza che non è la loro, semplicemente per non ammettere che sono diversi. Diversi da chi poi? Chi ha stabilito che il diverso deve essere l’omosessuale e non l’eterosessuale. Chi ha stabilito che la persona che ammette quello che prova, non temendo il giudizio degli altri, che vuole solo vivere la propria vita felice, debba essere considerata diversa?
Dio ha forse creato l’uomo e la donna, che erano destinati ad unirsi, ma quante volte, nel corso della storia, il destino è stato sconfitto dall’uomo. Zeus, padre di tutti gli dei, per punire Prometeo, eroe figlio di Climene e di Giapeto, per aver osato dare agli uomini le parti migliori della carne di toro e di aver invece riservato agli dei solo le ossa celate sotto uno strato di lucido grasso, tolse il fuoco agli uomini e lo nascose. Prometeo, pur di non arrendersi al triste destino deciso dal figlio di Crono, va da Atena e, ingannandola, riesce a rubare qualche favilla di fuoco, riportandola agli uomini. E come l’eroe riuscì a cambiare il destino scelto da una divinità, oggi noi non saremmo in grado di cambiare quello che Dio inizialmente aveva “programmato”?
Non è certo difficile per un uomo o per una donna innamorarsi di un altro come sé, il difficile è poi nell’andare in giro senza avere la paura di uno sguardo malizioso, che ti guarda dall’alto in basso, come se lui fosse migliore.
Quello per cui ancora dobbiamo lottare, per cui ancora dobbiamo batterci, è il pregiudizio, un male che tanti anni fa gli dei hanno diffuso tra la specie umana, un male nato come castigo, un male che si spera, un giorno, riusciremo a sconfiggere.
Elisa Moro
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