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Nov 08, 2009 Attualità, World Wide
New York
Se sei giovane non solo d’anagrafe ma soprattutto nello spirito, se sei stanco di dover seguire ogni notiziario per sapere a che punto è la crisi economica, se si concluderà o in che fase di avanzamento sia ormai giunta, se le previsioni del tempo fatte con immagini sempre più tecnologiche e con mezzibusti ancor più discutibili di chi li introduce a parlare, ti hanno stancato e provocano su di te lo stesso effetto che un disinfettante può sortire nei confronti delle pappataci, c’è un posto che fa per Voi, un posto che fa per tutti.
New York, sei tu il mio grande amore.
Ancor prima di conoscerti già ti amavo, scorgendo curiosamente ogni tuo angolo, ogni tuo intimo dettaglio che qualsiasi film, telefilm o fotografia potesse, anche solo vagamente, farmi ricordare di quanto fossi già perdutamente innamorato di te.
La divina, la metropolitana città cosmopolita, così glamour e democratica allo stesso tempo, pronta ad abbracciarti tra i suoi quartieri più chic, passando per i suoi bellissimi parchi, o per quei vicoli un po’ tristemente famosi per criminalità e violenza.
Tu che sei la numero 1 in assoluto ma che non lo fai pesare proprio a nessuno, sei pronta a farti ammirare, a farti vedere da ogni angolo, da ogni prospettiva che chiunque ti guardi rimane rapito da tanta bellezza e non sa più dove guardarti, non sa più come guardarti.
Manca il respiro a New York, l’adrenalina ti sale per tutto il corpo e, conoscendola ogni giorno sempre di più, ti sembra, in qualsiasi città tu abbia vissuto, che se fossi vissuto nella Grande Mela, la tua vita sarebbe stata diversa, completamente diversa.
Più colorata, più cool, più frenetica, più quotidianamente diversa, spiritosa, frizzante, allegra.
New York non dorme mai.
Corre, lavora, produce, si diverte e decide di vivere la vita pienamente, ogni attimo, ogni battito.
Ogni newyorkese ha qualcosa da insegnarci, mentre lo guardo camminare in maniera spedita, mentre si gusta colazione e New York Times con la stessa voracità, la stessa voracità per una ciambella appena sfornata e per una notizia di scottante attualità, che tanto può far sussultare l’animo dei cittadini newyorkesi.
Nel Village, di rientro da una serata con il mio direttore e il nostro corrispondente newyorkese, il suono di un sassofono ci conduce in un piccolo scantinato dove fermarci ad ascoltare un po’ di jazz, jazz di altissimo livello.
A concerto ormai concluso, un avventore, un po’ alticcio, comincia a conversare con noi su quanto sia stato un concerto memorabile grazie all’apporto di una giovane promessa nel panorama del jazz newyorkese.
Il nostro corrispondente senza battere ciglio intavola con l’amico dal gomito alto, una discussione che sarebbe potuta durare anche tutta la notte.
Questa è la filosofia di un newyorkese che ha eredito il gusto e lo spirito dalla sua città, la Grande Mela, che ha il sapore inconfondibile della gioia di vivere, di condividere ogni attimo, ogni evento, ogni emozione, anche la più forte o violenta, con chiunque, chiunque esso sia.
Se siete pronti a questo, New York vi aspetta, è la più bella al mondo ed è anche disponibile, amatela come me, ma se ve ne innamorate, imparate a non esserne gelosi. Io l’ho fatto.
Norman di Lieto
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