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Nov 14, 2010 Attualità, Italia
Ricevo da un gruppo di lavoro, proveniente da cinque università italiane, in collaborazione con l’Osservatorio sulla Famiglia e la Persona, un lavoro che fotografa la coppia italiana. Vediamo cosa emerge da 1.000 interviste, in dodici centri della penisola. Prima osservazione: la coppia in Italia è quasi sparita. Esistono le coppie. Ma durano alcune settimane, magari anche qualche anno, di solito non superano la soglia del terzo anno. Sono coppie per modo di dire , perché sono fatte da più persone che entrano ed escono, come in un balletto moderno. Si inizia in due, passa un po’ di tempo ed arriva un altro , un’altra e poi un’altra e un altro, in questo incrocio di quelle cose, che in altri decenni si chiamavano corna e che ora si chiamano amici nuovi, per diversificare. Tutto un melange di momenti e cambiamenti, dove sembra che il sentimento stia fuori mura. Nel casino totale, entrano ed escono anche i genitori di entrambi i componenti di quella che si chiamava coppia e quasi sempre sono le mamme, impiccione, che trattano figli e figlie, come pargoli a vita. E fanno danni. E in Italia i giovani crescono con fatica, hanno rapporti brevi e occasionali. Le donne sono bambine a vita e gli uomini sono ragazzotti per sempre, o quasi, senza mai affrontare le responsabilità, per paura, codardia, mancanza di forza, immaturità. E ragazzi e ragazze vedono passare il tempo, senza avere nulla in mano e nel cuore. Cosa si può fare ? Mi chiedono i lettori. Non lo so, cari amici, non lo so. Uno studioso francese, Jacques Attali, sostiene che chi ama deve lasciare grande libertà alla persona amata, di vivere, di amare temporaneamente anche altre persone. Non so se sia una soluzione. Chi scrive crede nella libertà dell’altro. Ma senza un progetto o un programma comune, ritengo che non si riesca ad andare da nessuna parte. Povera coppia italiana.
Mauro Pecchenino
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