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Mar 12, 2011 Cosa bolle in Pentola
È ormai noto che la qualità dei cibi assunti incide sulla capacità dell’organismo di opporre resistenza alle malattie, ed è spesso direttamente responsabile di determinate patologie oggi in notevole aumento come: obesità, diabete ed affezioni cardiovascolari.
Tutti gli apparati del nostro corpo ci danno dei segnali di allarme, prima che si manifesti una patologia ma, spesso, li trascuriamo, occupati a rincorrere il presente.
A partire dagli anni ’50, in Italia, si è si è assistito a un profondo cambiamento dello stile di vita, che ha portato a grossi stravolgimenti anche nelle abitudini alimentari.
Siamo passati da una sociètà rurale abituata ad attività manuali faticose, che consumava in prevalenza cibi freschi, ad una cultura industriale con migliori condizioni economiche ed un incremento dei consumi, di cibi raffinati (zuccheri e farine bianche), di prodotti animali ed alimenti ad elevata densità calorica.
Assistiamo oggi, ad un grande fenomeno contraddittorio della popolazione occidentale che, pur avendo un buon livello di conoscenze in campo alimentare, si ammala di cibo.
Ci sono molteplici concause che portano alle degenerazione: i ritmi del quotidiano troppo accelerati che, se prolungati nel tempo, elevano i livelli di ansia e stress e quindi un disequilibrio fame-sazietà.
La sedentarietà, il consumo eccessivo di alimenti ad alto tenore lipidico, ma, soprattutto il rapporto con il cibo: spesso viviamo per mangiare!
La civiltà dei consumi ha perso il senso del significato del cibo che in passato rappresentava il legame con la terra, la natura, la sopravvivenza. Ora la sopravvivenza è legata al denaro.
Cosi una percentuale sempre più alta della popolazione mangia per ridurre l’ansia, per placare il senso di insicurezza, per sfida o autoindulgenza.
Il pranzo è consumato in fretta, spesso in piedi al bar, la cena è diventata l’unico pasto della giornata, abbondante, di fronte alla TV.
In questo inizio di primavera anche le nostre cellule si risvegliano, di conseguenza l’alimentazione dovrebbe seguire il ciclo climatico e le variazioni ambientali.
L’organismo attiva i processi di rigenerazione cellulare e depurazione, per cui la dieta sarà leggera, composta di cibi ad elevata digeribilità: verdure a foglia verde ricche di vitamine (bietole, spinaci, cicoria, lischi…), cereali ad alto valore nutritivo (grano, farro, riso…), legumi freschi (soia, piselli…) , germogli.
Limitiamo i cibi animali (carni, insaccati, uova e formaggi) che verranno utilizzati in inverno perchè più riscaldanti, dando la preferenza al pesce magro.
Le cotture devono essere delicate (lessate, al vapore, scottate).
Vi suggeriamo, per un’azione depurativa e coadiuvante nei trattamenti dietetici, il brodo di clorofilla: far bollire in un litro di acqua, le verdure a foglia verde, tagliate a pezzetti (spinaci, sedano, cicoria, broccoli, cime di rapa…) che contengono vitamina A necessaria per mantenere integre le cellule epiteliali, vitamina E antiossidante, vitamina B2 che rafforza la vista, scottarle per 1-2 minuti e filtrare. Il brodo, ricco di magnesio mineralizzante, si beve tiepido e le verdure possono essere consumate come contorno.
Il cibo non è soltanto un insieme di elementi nutrizionali, ma è fortemente investito di dinamiche emozionali, psicologiche, culturali, familiari.
Tutte le risposte, comunque, sono dentro di noi. Le costruiamo con il nostro modo di mangiare, di bere, di pensare e con il nostro stile di vita. Dobbiamo solo imparare ad arricchirci tramite l’esperienza…e, come sosteneva Ippocrate, il cibo sarà la nostra medicina !
Carla Aghito
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