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Apr 03, 2018 Lifestyle, Società
Nello spettacolo italiano, in particolare cinema e fiction, non è difficile incontrare interpreti in carne e ossa che spesso fanno rimpiangere i loro colleghi abbaianti, tipo Rex o Lassie, cani magnifici, anche in scena, come attori.
Saper recitare, porgere la battuta, dominare la scena è spesso un optional, anche per attori o attrici, magari dotati fisicamente.
Vediamone in particolare cinque, nomi che ricorrono molto spesso e che a parere di FlipMagazine sono veramente loffi.
E’ costume della nostra epoca schierarsi a prescindere e sicuramente troveremo tanti lettori che non saranno d’accordo con noi. Ma la nostra è anche un’epoca in cui la qualità è trascurata e si va per simpatia e quantità.
Il primo nome che ci viene spontaneo è Raoul Bova. Ha lavorato anche con buoni registi, riuscendo a girare qualche lavoro discreto, ma lui rimane statico, senza espressione, monocorde, lesso, nonostante un pregevole fisico.
Il suo contraltare al femminile, meno bollita e più dark, ma sempre fatiscente è Asia Argento, attrice che ha percorso set anche internazionali, ma se dovessimo ricordare un suo titolo, faremmo una fatica bestiale. Sul set è evanescente, a parte il forte accento dialettale
Un altro che si vede spesso, soprattutto in televisione è Gabriel Garko. Ha solo due espressioni facciali, quando ride e quando è truce, in entrambi i casi meglio lasciar perdere. Tra l’altro, non è sorretto dalle storie che interpreta, spesso romanzetti d’appendice filmati.
Alle ultime generazioni appartiene Lino Guanciale. Recita sempre allo stesso modo, sia che interpreti un avvocato, un medico legale, un poliziotto. Non ha nulla di coinvolgente, a parte un sorrisetto piacione.
Terminiamo con un interprete storico, ormai vicino agli ottant’anni, Terence Hill, alias Mario Girotti. Non ha mai saputo recitare. Si è sempre limitato ad affiancare la simpatica mole di Bud Spencer Pedersoli, sorridere e sgranare gli occhioni azzurri. Per il resto il nulla. E dopo tanti anni, continua su questa strada: in Don Matteo ha come al solito due espressioni, quando sorride e quando sgrana gli occhioni. L’unica differenza sono le rughe, ben gestite dal trucco e dalle luci.
Ah, che nostalgia di Lassie.
Mauro Pecchenino
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