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Giu 04, 2013 Cosa bolle in Pentola
Chef è una parola del vocabolario francese che significa capo, nel senso di colui che organizza il lavoro suo e di altre persone. Chef de cuisine è il capo cuoco. Di questi tempi, in cui i ristoranti sono pieni solo al sabato sera, tutti vengono chiamati chef e questa moda fa diventar antipatici i poveri cuochi, che si illudono di esser delle piccole star, al centro dell’attenzione. In realtà, amenità di moda a parte, la cucina è una cosa seria che non andrebbe spettacolarizzata. Il nostro giornale ha una matrice americana e i miei amici di quelle parti mi comunicano un’importante confessione: conoscono subito un piatto di ravioli, di spaghetti al pomodoro, una carbonara, una frittata, una pizza, ma quando vedono i piatti dei cosiddetti chef, a loro sembrano tutti uguali, piccole composizioni colorate in grandi piatti. Come mai? La risposta non è facile. Questi cosiddetti chef cucinano con creatività, ma troppo spesso (ahinoi) il loro impegno sembra solo orientato a decorare un piatto con piccoli assaggi, a prescindere da quello che vi è contenuto.
Da alcuni mesi, siamo entrati in contatto (grazie ad alcuni amici comunicatori di professione) con un gruppo di chef riuniti nell’associazione CHIC (Charming Italian Chef), più di sessanta professionisti sparsi in tutta Italia. Abbiamo assaggiato alcuni loro piatti e visitato alcuni loro ristoranti. Ci sembrano impegnati a lavorare seriamente con ingredienti ben calibrati e ricercati. Sono anche attivi nel farsi conoscere. Di recente, hanno organizzato un divertente Tour in varie parti d’Italia (a Milano nello show room Miele) e una manifestazione a Colico, presso il ristorante Masanti, culminata in una visita al Presidio Slow Food del Bitto Storico, un formaggio dai sapori e aromi paradisiaci. Però anche loro cadono nel già visto, nell’omologazione. La loro guida, abbiamo visto la versione 2012 e 13, non valorizza la proposta di base. E’ un po’ anonima, poverella, tutta uguale, non mette in luce la caratteristica di ciascun chef e ristorante di riferimento. Sarebbe importante e fondamentale, invece, valorizzare fin dalla guida questa proposta che ha per protagonisti un gruppo di attivi professionisti della cucina (come suona meglio rispetto all’inflazionato chef). Sembra quasi che si voglia dar ragione ai nostri amici Americani, che fanno fatica a distinguere un piatto dall’altro.
Mauro Pecchenino
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