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Buon compleanno Klimt
Deflam’s Picture from Flickr.com
Nel 2012 Klimt e la sua arte compiono 150 anni e l’Europa intera pare essersi mobilitata per celebrare questa ricorrenza. Vienna, Parigi, Barcellona, Berlino e Londra si sono fatte promotrici di diverse iniziative e presenteranno al pubblico speciali eventi e interessanti workshop per celebrare e scoprire le opere del grande artista. Milano, per l’occasione, dedica al genio che ha più contribuito a dare un volto nuovo all’espressione artistica moderna una mostra organizzata allo Spazio Oberdan. Promossa dalla Provincia di Milano e prodotta e organizzata da Alef, questa mostra-evento presenta la produzione artistica di Klimt attraverso il disegno. Il percorso espositivo si apre con i manifesti originali della Secessione viennese realizzati da artisti del calibro di Koloman Moser, Alfred Roller, Ferdinand Hodder e Leopold Stolba per le singole Esposizioni del movimento. Si prosegue quindi con alcuni numeri della celebre rivista “Ver Sacrum”, lo strumento più alto realizzato dagli artisti appartenenti al Gesamtkunstwerk, il movimento secessionista, custode della poetica dell’arte totale.
Il vero clou dell’esposizione è rappresentato però dalla riproduzione a dimensioni reali di una parte dello straordinario Fregio di Beethoven, il famoso affresco custodito in una sala del Palazzo della Secessione di Vienna, accompagnata da diciotto rappresentazioni grafiche originali correlate. Il Fregio è posizionato in una sala dedicata all’interno della sede espositiva in cui risuonano le note della Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven.
Gli organizzatori della mostra hanno cercato con questo progetto di raggiungere l’arduo obiettivo di portare il visitatore alla comprensione del capolavoro klimtiano cogliendone aspetti meno noti e scontati ma altrettanto efficaci per descrivere l’arte di questo maestro. Possiamo dire che l’obiettivo è stato raggiunto; si riesce sempre infatti a trovare un particolare nella produzione di Klimt che cattura lo sguardo e che fa ogni volta rinnovare l’amore per le sue tele.
Barbara Pellegrini
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L’Editoriale – di Mauro Pecchenino
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