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Set 02, 2011 Attualità, Italia
Tra poco riaprono le scuole e, con loro, il riemergere di un enorme problema: gli episodi di bullismo.
Un fenomeno, questo, che manifesta difficoltà socio-relazionali riguardanti maschi e femmine e che si esprime in modi diversi: i maschi sono prevalentemente inclini a prepotenze fisiche e verbali con offese corporali dirette o prendendo in giro la vittima o minacciandola.
Le femmine utilizzano modalità indirette di prevaricazione:” il bullismo psicologico”, altrettanto pericoloso, fatto di calunnie, pettegolezzi, molestie sottili, che tende ad isolare ed escludere la vittima dal gruppo, emarginandola e danneggiandola nelle relazioni con le altre persone.
Proprio a causa di ciò, le vittime dei bulli si rifiutano spesso di andare a scuola, vivono una condizione di isolamento e solitudine, perdono sicurezza ed autostima, hanno spesso sintomi da stress, quali mal di stomaco e mal di testa, attacchi d’ansia, con conseguenze anche in età successive. Questo fenomeno, sempre più preoccupante, si riscontra nell’adolescenza e, ultimamente, anche nella preadolescenza fin dai 6-8 anni ma, raramente viene data la giusta importanza ai comportamenti di prepotenza manifestati in questo periodo della crescita.
Si riduce così di molto l’efficacia preventiva e, l’intervento ai primi reati,si affida sempre più alla giustizia e alle forze dell’ordine e sempre meno alle istituzioni educative.
La prevenzione deve interessare gli alunni, gli insegnanti e i genitori, attraverso un maggior dialogo tra loro ed una maggior consapevolezza di pensieri, emozioni, azioni.
Le cause primarie del comportamento aggressivo e prepotente del giovane bullo, sono da attribuire in parte al temperamento vivace del ragazzo, ed in parte all’ambiente familiare, spesso caratterizzato dalla mancanza di calore e adeguate attenzioni; così come l’eccessiva permissività e tolleranza crea le condizioni per lo sviluppo di un’aggressività strutturata.
Oggi i giovani, da un lato sono sempre più arrabbiati, aggressivi, autonomi, dall’altro, sono spesso bisognosi di protezione, molto fragili e insicuri.
E’ infatti importante che la società di oggi, troppo disattenta alle relazioni sociali, riconosca la gravità sia per le vittime innocenti e le loro sofferenze, sia per gli aggressori che potrebbero creare danni sempre più devastanti e arrivare alla delinquenza.
La cronaca, quasi quotidianamente, ci testimonia le conseguenze che possono derivare dal bullismo, ormai vera e propria calamità sociale: derisioni, umiliazioni, lesioni, minacce, rabbia, paure. Necessita quindi un riconoscimento giuridico della violenza tra ragazzi e, soprattutto bisogna denunciare il bullismo per le troppe vittime e il troppo silenzio.
Cresce infatti un orientamento sempre più diffuso da parte di genitori di vittime del bullismo, a chiedere un risarcimento materiale e morale per i danni subiti soprattutto a livello psicologico.
Carla Aghito
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