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Dic 22, 2010 Attualità, Italia
Il vecio se ne è andato a 83 anni.
Senza far rumore ha dato il suo addio alla vita dopo una lunga malattia.
Enzo Bearzot friulano e mitico commissario tecnico della nazionale campione del mondo è stato coerente e fedele a se stesso fino all’ultimo. Se ne va in silenzio, sotto voce, senza far rumore.
Gli italiani lo hanno sempre amato e rispettato dopo quella sera dell’11 luglio del 1982, quando gli azzurri si laurearono campioni del mondo sconfiggendo la Germania Ovest 3-1.
Il rigore di Cabrini fallito, il gol del bomber Pablito, il secondo gol bellissimo di Tardelli, il cui urlo liberatorio rimane nella mente e nei cuori di tutti gli italiani e non solo.
Poi il sigillo finale di Spillo Altobelli, con la faccia da vecchio già a vent’anni, come il diciottenne Giuseppe Bergomi che Bearzot fece esordire nei mondiali di Spagna.
La cartolina più bella, fotografia di un calcio vero e, oggi, lontanissimo, rimane lo “scopone scientifico” tra il Presidente Pertini, Bearzot, il capitano 42nne Dino Zoff e il Barone Causio, sull’aereo di ritorno dalla magica notte mundial di Madrid.
Con un Sandro Pertini verace e diretto e prontissimo a “cazziare” gli errori del ct nelle giocate.
Tutto questo sembrava ricordare la scena di un film del cinema neorealista, di cui noi italiani siamo stati maestri inarrivabili.
Tutti i suoi giocatori lo ricordano non solo come commissario tecnico ma, soprattutto, per l’alta levatura morale dell’uomo, per quello che ha insegnato loro, facendoli diventare uomini ancor prima che calciatori.
Mai “primadonna” sempre pronto a nascondersi dalla luce dei riflettori, per evitare che si accendessero troppo su di lui e, poco, sui suoi giocatori.
Il mondo del pallone di oggi, fatto poco di calcio giocato e, tantissimo di calcio parlato, era troppo in antitesi con le sue idee e convinzioni.
E’ uscito da questo mondo in tempi non sospetti e, nonostante si fossero spenti i riflettori sul vecio da lungo tempo, l’affetto degli italiani non è mai venuto meno.
Se ne va in punta di piedi, fedele ad uno stile di vita e a un modus vivendi che merita grande rispetto da parte di tutti.
In una società, quella attuale, dove ci si farebbe riprendere dalle telecamere in ogni istante della vita, solo per sancire la propria ( mediocre ) esistenza, chi, come Bearzot, ne ha vissuta una piena ed assoluta ha rivendicato il diritto sacrosanto a ritirarsi a vita privata con la famiglia.
L’ultima di una serie infinita di lezioni del Ct più amato dagli italiani.
Addio vecio.
Norman di Lieto
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