Astrattismo motore alla pennellata di Kandinsky

Feb 13, 2014 Terza Pagina

Un paesaggio impressionista dai colori tenui e caldi, dipinto dal pennello di Monet, folgorò la sua mente e il suo estro creativo tanto da decidere di abbandonare gli studi universitari e dedicarsi alla pittura.

Stiamo parlando dell’artista Vassily Kandinsky in mostra al Palazzo Reale di Milano fino al 27 Aprile. Una magnifica retrospettiva monografica, con più di ottanta opere, curata da Angela Lampe – storica d’arte, curatrice e conservatrice del Centre Pompidou di Parigi –, che coinvolge gli astanti in un vero e proprio viaggio artistico e spirituale di uno dei pionieri dell’astrattismo.

Il percorso della mostra, organizzato in ordine cronologico, racconta la storia del grande artista russo: i suoi esordi con i primi dipinti tardo-impressionisti e il graduale processo di astrazione dal reale, ostacolato per lungo tempo dalla difficile situazione politica di quegli anni e dallo scoppio dei due conflitti mondiali. Nel 1919, però, con l’opera Nel Grigio, il passaggio all’arte astratta si completa in maniera definitiva.

La visione del reale si frantuma, addensandosi in un groviglio di forme, figure e colori, apparentemente senza senso, ma che invece traducono il mondo interiore dell’artista.

Così forme geometriche e colori, frutto di studio e cura del dettaglio, si fondono nelle pennellate di Kandinsky, innovatore e incompreso in quel periodo storico. Tele dalle grandi dimensioni, ma anche piccole opere, come i disegni inchiostro di china su carta, esplodono con potenza e intensità e raccontano la poetica dell’artista: il suo microcosmo di emozioni e stati d’animo, trasmessi allo spettatore che si abbandona al flusso di energia sprigionato dall’opera.

Eleonora Dafne Arnese

ardafne@hotmail.it

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