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Nov 28, 2017 Attualità, Italia
Arriveranno le elezioni politiche, dopo un po’ che non se ne sentiva parlare, anche se i politici italiani sembrano sempre in campagna elettorale.
Tutto, in ogni caso, è fermo da molti anni. Le solite forze (si fa per dire) in campo, con la parziale novità dei 5stelle, che sembrano aver smarrito la bussola.
Vediamo un po’ la situazione, tanto per orientarci.
I 5 stelle, appunto. Un movimento che viveva della forza da guitto di Grillo. Dietro di lui però sembra che non sia stato creato quasi nulla. Una truppa di donne e uomini che hanno abbassato i toni, ma in maniera loffia. A nostro parere, rimane nei loro elettori e, sono tanti, i vaffanculo di qualche anno fa, ma sembra essersi spenta totalmente la fiamma della voglia di cambiare, per lasciare il posto al solito brodino burocratico soporifero che caratterizza tutti i contendenti.
Il PD ha perso tanti pezzi, nella tradizione litigiosa e nebulosa della cosiddetta sinistra italiana. Ora il partito ha perso molte facce, tutto sommato inutili, ma non le ha sostituite. Renzi, che poteva rappresentare il nuovo pochissimi anni fa, ha fallito e si è omologato ai vecchi politicanti della commedia all’italiana e ha perso una forte quantità di consensi, tra alleanze poco chiare e uno stile tronfio ed egocentrico.
La cosiddetta destra è un minestrone dagli ingredienti indigesti. Salvini blatera, affabula ma sembra un fucile scarico. Alla fine, sarà costretto a fare il signorsì con Berlusconi, se vorrà avere un po’ di potere vero. La Meloni sembra alla finestra, a sua volta poco incisiva. Rimane il solito Berlusconi, incartapecorito dai lifting e dalle balle sulle quali si attorciglia, seguito dai soliti cavalieri serventi. Il Sorrisoni di Arcore racconta sempre le stesse cose, senza cambiare una virgola e ogni tanto aggiunge qualche panzana. L’ultima: cita la rivoluzione liberale, senza sapere cosa vuol dire in realtà, infatti poi i risultati sono una bolla di sapone. A chi gli chiede perché non l’ha realizzata negli anni in cui sembrava avere un vasto potere, racconta che è colpa degli alleati di allora. Alleati che si chiamavano Lega, Meloni, La Russa and Co, cioè gli stessi di oggi.
Insomma, la solita desolazione, che fa solo venire un gran magone.
E intanto il Paese si affossa, come Roma, Venezia, come l’hotel Rigopiano.
Pietro Fabbri di Pietrarubbia
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