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Lug 15, 2013 Terza Pagina
É l’unica arte che collega esperienza e coscienza. Insolente, grezza e talvolta frammentaria, mette in luce, tensioni, corpi, emozioni, elaborate attraverso un’immagine. Lo strumento fotografico porta in sé i germi dell’azione, è scatto indelebile di un preciso attimo, lo stesso nel quale sono contenuti milioni di sensazioni.
Fondazione Forma per la Fotografia a Milano, in collaborazione con Le Bal di Parigi e il Fotomuseum Den Haag dell’Aia espone, fino a inizio settembre, la mostra Anticorpi, a cura di FannieEscoulen e BernardMarcadè. Gli scatti provengono dalla macchina di Antonie d’Agata, francese, classe 1961, uno degli esponenti della fotografia e documentaristica contemporanea, dell’agenzia Magum, allievo di NanGoldin e LarryClark. Personaggio controverso, esplicito e visceralmente legato alla verità, che trasporta nella sua arte, d’Agata diventa reporter e soggetto della sua opera. Forte, sfrontata e senza inibizioni o censure.
Anticorpi rappresenta due facce della violenza nel mondo, la prima si compone di immagini realizzate per i giornali in luoghi come la Palestina, Libia e Auschwitz, la seconda evoca il sesso, le droghe, lo sfruttamento e la prostituzione. Un mondo complesso vario, estremo, ma profondamente autentico esposto con cruda e spiazzante onestà. Un salto nel buio delle anime immortalate negli scatti, un ritratto frammentario di stati d’animo percettibili, che fuoriescono dal corpo contagiando lo spettatore.
Una mostra, vietata ai minori di 18 anni che cattura, coinvolge e lascia il segno.
Giorgio Racagni
Giorgioracagninicolo@gmail.com
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