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Lug 09, 2012 Attualità, World Wide
Rebecca Marks’s picture from Flikr.com
New York City
Considerato da molti il principale museo di arte moderna e contemporanea al mondo, il MoMa di New York nasce dall’originale idea di Lady Rockfeller e altre due sue amiche, nel lontano 1928. Al suo esordio il museo aveva sede in un piccolo edificio con poche stanze ed era interamente dedicato all’arte moderna e d’avanguardia. In pochissimi anni iniziò ad ampliare il proprio archivio e a tenere esposizioni di celebri artisti internazionali come, ad esempio, Van Gogh, Gauguin, Cézanne e Picasso, fino al 1937, anno in cui il museo si trasferì definitivamente nell’attuale sede tra la Fifth Avenue e la 53ª Strada. Da allora il MoMa è diventato un vero e proprio tempio dell’arte che ha scoperto e lanciato grandi nomi di questo magico mondo, ospitandone mostre di architettura, design, dipinti, sculture, fotografie, illustrazioni, fino a performance e opere multimediali. Cinque immensi piani in cui è piacevole perdersi per percepire la forza dell’arte in tutte le sue forme.
In calendario, fino al prossimo 30 Luglio, vi segnaliamo l’interessante personale dedicata a James Rosenquist.
Sconosciuto a molti, Rosenquist – scoperto dall’italiano Leo Castelli, il padre putativo di tutti i galleristi newyorkesi, – è ritenuto uno dei padri della Pop Art insieme ad Andy Warhol e Roy Lichtenstein. Americano doc, si contraddistingue per la decontestualizzazione dei soggetti delle sue tele. Sono i dettagli ad essere esasperati, ingigantiti, abbinati fra loro senza un’apparente logica e ispirati alla vita quotidiana, al mondo del cinema, della televisione e della pubblicità. Molteplici i riferimenti anche alla politica, al progresso tecnologico e al degrado della società consumistica. Rosenquist, infatti, sceglie temi forti, talvolta drammatici (come F-111 del 1964 ispirato alla guerra del Vietnam), che mostrano elementi frammentati che rimandano ad un significato più profondo e vivacizzati da colori forti, accecanti, chiaramente fumettistici.
Una mostra temporanea che, insieme alle altre permanenti del museo, catturano l’attenzione per ore e ore facendo perdere la cognizione del tempo e saziando gli astanti con il solo gusto dell’arte.
Eleonora Dafne Arnese
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