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Verona si fa vetrina di uno dei periodi più interessanti per la sua storia artistica, il Settecento. Fino al 9 aprile sarà possibile infatti visitare, presso il Palazzo della Gran Guardia, la mostra “Il Settecento a Verona. Tiepolo, Cignaroli, Rotari. La nobiltà della pittura”, un’esposizione pittorica e scultorea relativa ad un momento della cultura scaligera finora mai indagato e di grande pregio. Per l’occasione sono state fatte arrivare opere dalle più belle collezioni italiane e internazionali quali l’Ermitage di Pietroburgo, il Prado di Madrid, il Victoria and Albert di Londra, la Gemäldegalerie di Dresda, il Kunsthistorisches di Vienna, solo per citarne alcuni.
I 150 capolavori esposti mostrano tutta la peculiarità della visione artistica diffusa a Verona nel Settecento, uno stile che riesce a caratterizzarsi nettamente anche nei confronti delle fori influenze culturali che in quegli anni arrivavano dalla vicina Venezia. Sono presenti ovviamente i nomi degli artisti più noti, dal vedutista Bellotto a Gianbattista e Giandomenico Tiepolo. Splendida ad esempio la ricostruzione, grazie alle moderne tecnologie, del soffitto dipinto da Giambattista Tiepolo per Palazzo Canossa a Verona, andato in parte distrutto al termine della seconda guerra mondiale. La mostra consente anche di riscoprire alcune figure di importanti artisti veronesi, emblemi di un classicismo di grande innovazione e modernità, come Pietro Antonio Rotari , definito il “pittore della corte russa” per aver lavorato a lungo a servizio degli zar e dell’imperatrice Elisabetta, e Giambettino Cignaroli, fondatore dell’omonima Accademia di Pittura. Artisti spesso poco nominati ma assolutamente stimati e portati alla ribalta anche grazie al patrocinio di un altro grande veronese illuminato, Scipione Maffei.
Il percorso della mostra fa una panoramica di tutte le eccellenze che hanno contraddistinto l’ambiente culturale scaligero del Settecento, dalla pittura naturalista, ai ritratti realizzati per le grandi committenze di tutta Europa (del calibro di Stanislao Augusto Poniatowsky di Polonia, dei principi di Sassonia, di Clemente Augusto di Baviera o Carlo Firmian, plenipotenziario di Maria Teresa). E ancora le opere d’arte sacra e gli interventi pittorici realizzati per le splendide ville signorili venete, della città e della provincia di Verona. È lasciato ampio spazio anche ai testi realizzati all’epoca, grandi cataloghi scientifici tipici dell’epoca dei lumi.
Insomma, se vi capita di fare una gita nel capoluogo scaligero, oltre a visitare le bellezze più conosciute, come l’Arena e la celebre dimora di Giulietta, grazie a questa mostra avrete l’occasione di fare un viaggio alla riscoperta di un momento storico molto importante per la città, un periodo che ha contribuito a decretare la grandezza culturale di Verona. Per chi vuole fare una sosta gastronomica, consigliamo la trattoria Tre Marchetti, nel vicolo omonimo.
Barbara Pellegrini
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