Flipmagazine A Roma, “Empire State”, una New York avvolgente

A Roma, “Empire State”, una New York avvolgente

Lug 01, 2013 Terza Pagina

Roma

Nella Capitale, una mostra, – Empire State, Arte a New York oggi (Palazzo delle Esposizioni) – che attrae. Una mostra insolita che ha per protagonista New York City. E dato che il nostro magazine è un po’ newyorkese d’adozione e ama visceralmente quella città, abbiamo deciso di raccontarvi questa mostra, nelle ultime settimane di programmazione, per permettere anche ai ritardatari e ai distratti di visitarla.

Al cospetto del pubblico 25 artisti che presentano quadri, sculture, installazioni, fotografie, in un hellzapoppin molto stimolante per tutte le generazioni e i gusti più disparati. Gli autori presenti appartengono a generazioni diverse, alcuni molto giovani e sconosciuti ai più, altri ben noti ai frequentatori delle cose artistiche e non solo. A caso citiamo: Keith Edmier, Dan Graham, Nate Lowman, Virginia Overton, fino ai più noti Julian Schnabel e Jeff Koons. Il tema che anima il progetto è una reinterpretazione della vita urbana, con i suoi problemi, amenità, mostri e piccole quotidianità. New York è la città fucina, di idee e novità, una grande madre, una sorta di Roma mondiale e universale che, nel suo melting pot, sa unire razze, religioni, lingue, usi e costumi, non senza problemi e difficoltà, ma con un’apertura che è sempre sovrastante e imperante sulle piccole chiusure che via, via, si affacciano all’orizzonte. La New York che esce dalla mostra prende alla gola, sovrasta, conquista, in qualche modo stordisce. Il catalogo, pubblicato da Skira, illustra nei dettagli i punti di forza di questa proposta culturale senza confini.

Citare un’opera rispetto ad un’altra sarebbe una diminutio della forza dell’insieme. Solo a titolo emblematico, citiamo “i manichini” di Bjarne Melgaard, testimoni silenziosi di un mondo che si deve guardare con mente aperta e occhio attento.

Un’ultimo dettaglio, il titolo Empire State rimanda soprattutto al pezzo musicale, Empire State of mind di Alicia Keys e Jay – Z, oltre a un saggio di Hardt e Negri.