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Dic 08, 2015 Terza Pagina
Foto Federico Riva
Roma
Al Teatro Eliseo è in cartellone Tradimenti, un interessante testo di Harold Pinter, come sempre spiazzante, nello stile del drammaturgo inglese.
Tre personaggi in scena, il classico triangolo moglie, marito, amante. Corna reciproche, spiegazioni raffazzonate, tanta noia e ricerca di una felicità, o almeno di una serenità, che sembra svanire ogni anno della vita che passa.
Nell’allestimento sul palcoscenico di via Nazionale che si avvale di un’agile traduzione di Alessandra Serra i tre personaggi riannodano la pellicola della loro esistenza, andando a ritroso. E si capisce subito che vivono alla giornata, si scoprono per caso, senza mai approfondire un’emozione o un sentimento.
Molto funzionali e piacevoli le scene di Gianluca Amodio. La regia di Michele Placido è scarna, essenziale, senza fronzoli o inutili orpelli.
Molto in parte Francesco Biscione che interpreta il marito, tradito e traditore allo stesso tempo. Notevole la presenza scenica di Francesco Scianna che ricordiamo protagonista in Baaria e che qui dà una buona prova di attore. L’anello debole è Ambra Angiolini, che non sa tenere la scena e spara le battute quasi come se fosse a una recita scolastica. Eppoi non trasmette fascino, è poco seduttiva, soprattutto rispetto al machismo anni Sessanta/Settanta di Sanna, tutto riccioli e fisicità. Abbiamo ancora nel ricordo una vecchia edizione con protagonista Nicoletta Braschi e il suo ardore in scena dava al personaggio sfumature irresistibili.
Così, solo come divertissement, pensiamo che Placido avesse la protagonista ideale molto vicina a sé, la figlia Violante, ottima attrice, con grande capacità scenica e dotata di un singolare fascino.
Mauro Pecchenino
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