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Apr 24, 2015 Terza Pagina
Roma
Gli spazi delle Scuderie del Quirinale ospitano, fino alla terza settimana di Giugno, una mostra curata da Ester Coen di rara suggestione.
Henri Matisse è sempre stato un artista che ha compiuto un percorso personale, senza appartenere ad alcuna scuola o gruppo di riferimento. In altre parole, un artista a tutto tondo, con in dote una curiosità che varca qualsiasi tipo di confine. In questa mostra vengono presentate 90 opere, tra disegni, costumi teatrali e dipinti che costituiscono una summa straordinaria dell’opera matissiana. In particolare, viene messa in evidenza la fascinazione che Matisse ebbe per il Medio Oriente e per il Nord Africa, attraverso la forza decorativa e i colori di quei Paesi.
La ricerca di Matisse, in questo senso, è forte e rivoluzionaria, fino a portarlo alla decorazione tessile, attraverso la collaborazione con i balletti russi. I suoi costumi per il balletto Le Chant du Rossignol, messo in scena nel 1920, con le musiche di Stravinsky, sono un esempio emblematico di contaminazione di arte applicata.
Nella mostra romana ci sono una serie interminabile di capolavori ed è impossibile citarli tutti, ma, fior da fiore, ricordiamo Il paravento moresco del 1921, Marocchino in verde del 1912, Nudo in poltrona del 1937, Giardino marocchino del 1912 e Zorah sulla terrazza del 1912.
Le opere provengono da vari musei, punto di riferimento nel mondo, come il MoMa di New York, Ermitage di San Pietroburgo e il Philadelphia Museum of Art.
Matisse arabesque è una mostra da non perdere, una sinfonia di capolavori che catturano il visitatore e che lo ammaliano grazie al genio assoluto di Henri Matisse.
Mauro Pecchenino
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