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Feb 19, 2015 L'editoriale
Un servizio fotografico è passato su tutti i media internazionali in questi giorni. Si vede Mickey Rourke che passeggia con i suoi cani per un viale di Los Angeles, in compagnia della giovane partner. Ad un tratto, l’ex sex symbol di Nove settimane e mezzo, il miglior San Francesco degli schermi di tutti i tempi, si ferma vicino a un albero e scoppia in un pianto dirotto che gli sconvolge il viso, già deturpato dagli interventi chirurgici del post boxe. La partner lo consola, abbracciandolo. E’ questione di un attimo. E’ un servizio fotografico rubato, in maniera vigliacca ad un attore molto valido che, per una serie di motivi che sono affari suoi, ha fatto virare una carriera e un viso intenso e interessante in un mascherone surreale. Un servizio fotografico che non avremmo voluto vedere, intimo, ma che il web ci consegna con la consueta nonchalance e banalità. E i commenti del web sono come al solito cattivi, rancorosi, livorosi, come accade sempre di questi tempi. In pratica, quest’uomo che ha un attimo di sconforto viene insultato e dileggiato. In realtà, quelle immagini diventano un momento di verità. E’ positivo, naturale, umano che un uomo nell’età matura e che tutti conoscono si abbandoni a un momento di sconforto. Può capitare. Piangere è uno sfogo naturale, vale più di una seduta di analisi, è una terapia naturale. E’ giusto farlo senza vergogna, quando capita, quando i ricordi assalgono e la vita sembra avere più passato che futuro. E’ un momento di verità che quando si è giovani può apparire assurdo. Ma è invece una prova di verità e maturità. Da rispettare.
A presto. See you soon. A la prochaine
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