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Ott 07, 2009 Attualità, Italia
Un viaggio nel Regno Unito e, in special modo, a Londra può essere illuminante sotto molti punti di vista.
Uno di questi è senza dubbio il fenomeno dell’immigrazione.
Proprio su questo giornale abbiamo già scritto di realtà specifiche nella capitale inglese, città ad altissima presenza di immigrati, e come questi siano integrati in un contesto multietnico.
In uno dei viaggi di Flipmagazine, nelle periferie londinesi, ci ha colpiti un particolare che riteniamo significativo.
Nel periodo del Ramadan, su cartelloni pubblicitari ben visibili e patrocinati dal governo britannico campeggiava un interrogativo: “What will you give him to eat?”, il manifesto ritraeva un bambino musulmano.
Il punto è questo: le istituzioni inglesi offrono il proprio supporto gratuitamente per aiutare chi, in un periodo molto sentito dalla comunità di religione musulmana, si trova con figli anche molto piccoli, a cui far seguire il digiuno di rito.
Questo è uno dei tanti aspetti di come l’integrazione nel Regno Unito, sia oltre che ben riuscita, assolutamente rispettosa delle tradizioni e dunque degli usi e costumi delle popolazioni immigrate.
Il primo interrogativo che ci siamo posti è se un manifesto di questo tipo in Italia potremmo mai vederlo, come accade in Inghilterra?
La risposta non è difficile.
Vivendo a contatto con la cultura anglosassone ( in cui comprendiamo anche quella relativa agli Stati Uniti ), salta subito agli occhi come già da bambini, negli asili, nelle scuole, nei parchi giochi pubblici, i “piccoli” indigeni siano abituati a crescere, interagire, vivere e condividere con bambini di qualsiasi razza, siano essi neri, asiatici, arabi, abituandosi a condurre la propria esistenza in un mondo fatto di tante origini e colori diversi.
Purtroppo in Italia, come in nessun altro Paese europeo, crediamo ci sia una cultura tendente all’esclusione, che colloca in una sorta di ghetto lo straniero, mettendolo in un angolo, senza possibilità di una reale e vera integrazione.
È questione di cultura, di apertura mentale, di sensibilità, di relazione con gli altri, tutti elementi che ancora oggi sembrano lontani anni luce in Italia, un Paese che troppo spesso perde la propria identità, dietro a falsi miti che non conducono da nessuna parte.
Alfonso della Mura
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