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Attenzione al sorpasso dello…Smartphone
“Cellphones – walk this lane at your own risk”, la corsia per smartphone a Chongqing, Cina
Nella viabilità quotidiana, soprattutto nelle grandi città, è facile riconoscere le cosiddette piste preferenziali: per mezzi pubblici, taxi, bici, pedoni e….smartphone.
Smartphone?!? Ci sarà per caso un errore?
Ebbene sì, amici lettori, nessuno sbaglio di battitura. Ormai i nostri device è palese che abbiano radicalmente cambiato la nostra esistenza, il modo di relazionarci e di gestire il nostro tempo e i nostri interessi (in bene o in male, dipende dai casi!). Ma è altresì vero che ci distraggono, ci alienano dall’ambiente esterno e talvolta abbassano persino il nostro grado di tolleranza. Ed ecco che viene inaugurata la prima pista riservata ai malati di smartphone.
“Cellphones – walk this lane at your own risk” è la corsia che in Cina, nella città di Chongqing, permette ai pedoni, a proprio rischio e pericolo, di camminare e twittare, condividere una foto o un video o rispondere ad una email, senza però essere di intralcio agli altri. L’idea cinese però, è stata copiata da un progetto della National Geographic Television che, nella città di Washington, lo scorso luglio, ha lanciato un progetto per una nuova serie tv “Mind Over Masses” che studia e osserva i comportamenti umani cercandone di sviluppare soluzioni “interattive” per problematiche contemporanee.
Un’iniziativa del genere, bizzarra e ironica insieme, crediamo che non arriverà mai in Italia, dato che a malapena riusciamo ad avere qualche breve e sporadica pista ciclabile, spesso intralciata dai parcheggi selvaggi degli automobilisti più indisciplinati. Crediamo però che, un progetto simile, faccia davvero riflettere su come l’umanità si stia evolvendo… da animali sociali a social influencer, da persone di contatto e calore umano a internauti dalle mille connessioni.
Figo, fighissimo tutto…ma, di reale e autentico cosa ci è rimasto? Incrociare lo sguardo di un passante così, all’improvviso, innamorarsi di un paesaggio, sorridere ad una pubblicità o ad un bambino, oppure aiutare qualcuno… ci staremo mica dimenticando di noi stessi?
Voi cosa ne pensate?
Eleonora Dafne Arnese
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L’Editoriale – di Mauro Pecchenino
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