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Ott 14, 2014 Attualità, World Wide
Bruxelles
Vogliamo ricordare, per non dimenticare mai chi soffre, i Cristiani perseguitati di Iraq e Siria, perché a nostro parere se ne parla e scrive troppo poco. In Siria, non dimentichiamolo, è stata imposta la legge islamica e dopo aver distrutto croci, edifici, bruciato bibbie e occupato chiese, gli islamisti hanno imposto un tributo umiliante e sfiancante dal punto di vista economico, ai cristiani, che per mantenere la loro fede devono versare all’emiro 13 grammi di oro puro. Alcuni cristiani sono stati anche crocifissi in pubblico. In Iraq dopo la conquista di Mosul le pareti delle case dei cristiani sono state marchiate con la n araba, che sta a significare che si tratta di nazareni. Quindi è stato proclamato l’editto che imponeva quattro alternative: convertirsi all’Islam, pagare la tassa speciale di sottomissione che corrisponde più o meno 400 dollari USA (circa il salario di un insegnante da quelle parti), andarsene per sempre dal Paese, essere uccisi.
L’aspetto più sorprendente è la testimonianza di fede e di resistenza di quelle popolazioni. Migliaia di sfollati cristiani non rinnegano la fede anche a costo di scappare, dopo esser stati spogliati di tutti i loro beni e affrontano a piedi temperature che si aggirano intorno ai 45°.
I capi dell’organizzazione islamista intanto affermano che possono tornare e che saranno di nuovo accolti, ma a condizione che si convertano all’Islam.
In mondi nei quali la fede è spesso un’opzione, stupisce, commuove e porta ammirazione la forza di questi fedeli che patiscono le pene dell’inferno, ma difendono la propria fede e il proprio credo. Sono popolazioni da non dimenticare mai.
Mark Tazjn
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