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Odio e condivisione
Si rimane sgomenti a vedere le cronache, nazionali e internazionali. Sembra di vivere nel mondo dell’odio, della guerra, dell’annientamento. Fisico e, nella migliore delle ipotesi, verbale. Nella politica in primo luogo, nella vita di tutti i giorni (basti pensare alle violenze cosiddette famigliari), fino allo scontro tra uomini, per motivi di lingua, sesso, religione, razzismo, coniugato in vari modi. “Non siamo razzisti” è un leit motiv che di questi tempi viene pronunciato ovunque e suona sempre falso. In fondo, anche le guerre di religione, le violenze private, gli odi politici sono fenomeni razzisti, contro la razza femminile, contro la razza cristiana, contro la razza che sta a sinistra o a destra. Tutto questo porta grande inquietudine e nulla di buono, nuovo e positivo. A livello personale, ho sempre voluto e sognato un mondo della tolleranza, condivisione, pace, confronto, rispetto, dignità, scambio. Da sempre vado per le strade del mondo e da sempre questo mondo significa anche Africa, Paesi Arabi, altre religioni, altre abitudini, altre lingue, altre fattezze, altre opinioni e pensieri. Sono un inguaribile ingenuo e romantico, quando vorrei un mondo dove ci sia posto per tutti, per il rispetto e l’accoglienza di tutti. Mi piace condividere, le idee, le opinioni, i credi, fino a cose più terrene, come i cibi, i colori, le abitudini e l’amore. La penso un po’ come Enzo Baldoni, mio collega sincero e solitario nel mondo della Comunicazione. Anche io penso che si possa sempre spiegare, capire, condividere. In realtà, gli estremismi da sempre vogliono e portano il contrario. E lui ci ha lasciati con dolore, dimostrando apparentemente al mondo di avere torto. Tutti litigano, si fanno del male, si mandano a quel paese. Per ottenere cosa? Mi sfugge il risultato. Mi sembra un mondo di pazzi che hanno perso o non hanno mai avuto una ragione. Un mondo triste e perduto.
A presto. See you soon. A la prochaine.
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L’Editoriale – di Mauro Pecchenino
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