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Set 02, 2014 Attualità, Italia
Un momento del Maker Fair di Detroit
Roma, dal corrispondente
I makers di tutto il mondo stanno per arrivare a Roma. Chi sono? Essenzialmente inventori, con una particolare predisposizione per l’aspetto tecnologico. Tutti coloro che dopo aver avuto un’idea, la sviluppano e infine le danno forma, sono makers. Ma quelli che sbarcheranno nella capitale dal 3 al 5 ottobre hanno una particolarità. Non sono semplici artigiani del nuovo millennio, ma una sorta di movimento mondiale che intende rivoluzionare il mercato tramite il concetto di open source. La piccola produzione che si sostituisce ai grandi nomi, un modo per innovare dal basso condividendo studi e competenze.
L’idea nasce negli States e da lì muove quindi i primi passi. Passi che in breve tempo l’hanno portata in giro per il globo fino a farne appunto un movimento mondiale. Prende il via grazie ad una rivista di settore che potremmo definire di “fai da te”, MAKE, che decise di tributare una vera e propria fiera all’inventiva e all’artigianato tecnologico. Era il 2006 e l’evento si svolse nella città di San Matteo in California. Da allora il Maker Faire si è istituzionalizzato in un appuntamento annuale che gira gli USA e che si sta diffondendo a macchia d’olio in tutti gli altri continenti.
L’aspetto interessante è la possibilità che questa fiera dà agli inventori di poter presentare le proprie creazioni al grande pubblico. Per molti questo è l’unico modo, infatti, per disporre di uno spazio importante in cui esporre un progetto e per confrontarsi con i “colleghi” in uno scambio di know how essenziale per lo sviluppo di nuove idee. Il palcoscenico è di indubbio rispetto (date uno sguardo agli sponsor, uno su tutti INTEL) e vista la risposta del pubblico e degli addetti ai lavori, si avvia a diventare sempre più autorevole. La manifestazione, dal punto di vista dello spettatore, è una buona occasione per avvicinare un mondo – quello della tecnologia e degli inventori in genere – che altrimenti offrirebbe davvero poche possibilità per farsi conoscere. Particolare attenzione poi alle junior guest, gli inventori del futuro, che in uno spazio dedicato possono intrattenersi e magari incuriosirsi verso questo mondo che inevitabilmente li riguarderà molto da vicino.
Roma per il suo Maker Faire (3 – 5 ottobre) ha trovato una cornice d’eccezione, la Innovation Week (28 settembre – 5 ottobre), che in una location del calibro dell’Auditorium di Renzo Piano, proietterà la capitale nell’industria (speriamo) del futuro. Alla Call for Maker (bando di partecipazione) per l’edizione italiana hanno risposto da 33 paesi del mondo presentando circa 400 progetti. Oltre ai makers “professionisti” ci sarà una sezione dedicata ai lavori sviluppati in ambito scolastico (call4school), idea buona per provare a coinvolgere anche gli ambienti accademici in un progetto che potrebbe aprire grandi prospettive lavorative.
Sporcarsi le mani usando la testa.
Luca Arleo
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