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Set 09, 2009 Attualità, World Wide
Londra
È un misto di sensazioni ed emozioni fortissime, le une diverse dalle altre, colori accesi e cupi nello stesso istante.
Londra è di tutto/i, India(ni), Asia(tici), Caraibi(ci).
È una città cosmopolita che riesce a creare l’alchimia di un mondo possibile e soprattutto realmente compiuto, come in un melting pot ideale.
Un mix di culture e mondi diametralmente opposti, così diversi ed inconciliabili ma che, come in un cilindro che raccoglie e mescola in maniera magica il tutto, riesce a creare l’alchimia di un mondo possibile e, soprattutto, realmente compiuto.
A Londra ci si deve arrivare con la consapevolezza che qualsiasi tipo di rigidità o chiusura mentale possa non esistere e immaginare così un mondo dove si possono costruire tante vite e tanti universi così diversi dagli altri.
Allo stesso tempo l’incontro di questi mondi tanto differenti porta a risultati inaspettati, – perché non omologati e legati a vecchi cliché perbenisti -, e per questo così straordinari ed unici.
Partendo dalla “Posh” Notting Hill prendiamo the Tube, destinazione capolinea BRIXTON, una periferia disgraziata e pericolosa che, in passato, aveva più volte colorato la città di sangue.
Si comincia con la metropolitana che si blocca poco prima della “final destination”, dove Flipmagazine va a vedere di persona se qualcosa “è cambiato”, se il nuovo Major ha portato i cambiamenti promessi.
Siamo soli nel vagone e il macchinista non appena apre le porte alla fermata di Brixton, le richiude immediatamente facendo ripartire la marcia della metropolitana in maniera decisa, come se volesse lasciarsi alle spalle questa destinazione alla periferia di Londra, che qualcuno ricorda con dispiacere.
Appena lasciata l’Underground, imbocco immediatamente la Electronic Avenue, una via ricca di bazar, alimentari, abbigliamento, casalinghi, elettrodomestici, in tutto lunga quasi 1 km.
Qui i negozi stanziali e le attività ambulanti si abbracciano in un fazzoletto ristretto, dove l’unico venditore “made in UK” ha il suo bancone di frutta ed ostenta con orgoglio la bandiera inglese, fieramente appesa dietro di lui. Una bandiera simbolo dell’unico avamposto inglese in questo regno governato da asiatici, arabi e caraibici.
Il Brixton village è un lungo corridoio pieno di bazar che rappresenta una sorta di via d’oriente che conduce in un mondo parallelo e quasi sembra di ritrovarsi ad un tratto non più a Londra ma ad Istanbul.
Nel market row invece si respira un’aria diversa, data dal fatto che si ha come l’impressione di trovarsi in una sorta di ghetto, dove l’integrazione sembra così ben riuscita, da poter per un attimo chiudere gli occhi e pensare di essere in visita ad un mercato caratteristico di qualsivoglia paese arabo.
Allo stesso tempo tutto questo risulta vincente nel progetto del nuovo Major di Londra, che ha come scopo quello di recuperare le zone periferiche, togliendogli quella luce cupa e sinistra per donarle una parvenza di Londra pur trovandosi nell’estrema periferia.
Il progetto è in fase avanzata e la Brixton, pericolosa ed infrequentabile del passato, sembra stia cambiando repentinamente pelle, venendo ad assumere colori ed immagini più vivaci ed intermittenti, con un senso di disordine colorato che, a tratti, sembra quasi ordine.
Norman di Lieto
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