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Mar 01, 2014 Attualità, World Wide
A Los Angeles, lo sbrilluccichio delle statuette ha illuminato i più meritevoli, tra le produzioni cinematografiche del 2013.
La cerimonia dell’86° Academy Awards – aka Premiazione degli Oscar – ha visto sul palcoscenico numerosi candidati che si sono contesi il prestigioso premio. La nomination più ambita al Miglior Film, con nove candidature – American Hustle, Gravity, 12 years a slave, Dallas Buyers Club, Nebraska, Captain Phillips, The Wolf of Wall Street, Her e Philomena – ciascuna con una forte identità, ha visto trionfare il film 12 years a slave.
Senza dubbio, a nostro parere, il film con la regia di Steve McQueen ha un’energia e un’intensità struggenti e la bravura ineccepibile di Chiwetel Ejiofor amplifica la storia (vera) del protagonista, nero libero, che diventa vittima di un raggiro che lo costringe inaspettatamente a vivere paure, sofferenze e indignosi compromessi per la sopravvivenza, nell’America negriera dell’Ottocento. Altra inaspettata sorpresa è stato Matthew McConaughey, che si aggiudicato l’Oscar come Miglior Attore Protagonista in Dallas Buyers Club. Abituati a vederlo in ruoli da belloccio corteggiatissimo, in questo film McConaughey stupisce con una parte drammatica e cinica al contempo. Smagrito e con un look texano anni ’80, recita con grande personalità nella storia che tratta le problematiche legate alla malattia dell’HIV, che il protagonista contrae a causa della sua vita di abusi e la sua bizzarra lotta quotidiana, contro la patologia e contro i discutibili interessi delle lobby delle case farmaceutiche, ma anche contro i pregiudizi di una sciocca omofobia. The Wolf of Wall Street, di Martin Scorsese – nonostante la tematica già un po’ battuta – affronta l’impudenza e gli eccessi dei broker e vede la lodevole interpretazione di un Leonardo Di Caprio, che continua a non smentirsi nella sua crescita ma che, purtroppo, anche stavolta non è stato premiato.
Una edizione degli Oscar che – oltre ad aver alimentato il nostro orgoglio italico per la nomination e il trionfo di Paolo Sorrentino con La grande bellezza come Miglior Film Straniero – ha visto la partecipazione di molteplici film, che nonostante le diverse declinazioni, inducono alla riflessione sul senso profondo della vita, sull’amore e sui valori universali, che non hanno tempo.
Eleonora Dafne Arnese
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