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Ago 14, 2009 Attualità, World Wide
Julie K. Warring, professionista nel viral marketing e giornalista, nostra corrispondente dal Regno Unito, si è trasferita in Australia. Con questo articolo inizia la sua corrispondenza dal Paese dei canguri.
Da Sydney
Per un’inglese, come chi scrive, che ha l’opportunità di andare a vivere in un altro Paese del Commonwealth, arrivare in Australia è una specie di shock.
Nulla a che vedere con la Gran Bretagna. Qui non c’è crisi, tutti lavorano, i ragazzi studiano, fanno sport, si divertono e sorridono. Là, vicino alla Manica, solo musi lunghi, facce scure, pub con gente che guarda nel vuoto e tracanna a nice pint.
Gli Australiani sembrano quasi tutti (l’eccezione, per altro, non sempre conferma la regola) gente senza problemi. Il lavoro c’è, il tempo libero anche. La natura ha la forza di circondare la vita di tutti.
In Australia la natura è la vera padrona, nutre tutto, dà linfa a tutti. Anche una città come Sydney, che ha un aspetto stile United States, offre tanta natura in pochi minuti. E, vivendo qui, anche il corpo e la mente sembrano rispondere a necessità e teorie differenti.
Tutto wonderful, quindi ?
Non proprio, ad essere obiettivi.
La noia, la mancanza di confronto, il credere in qualcosa che non sia solo avere un fisico abbronzato e tanto tempo libero, fa la differenza. Ad un’analisi, magari superficiale, ma pur sempre vera, l’Australia sembra un Paese da reality show, senza molto contenuto. Spazi aperti, natura aperta, lavoro aperto, apprendimento aperto, ma, in fondo, vita chiusa e un po’ vuota, tra larghi confini.
Julie K. Warring (trad. di B. Fontanelli)
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