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Dic 02, 2013 Terza Pagina
Gianmaria Testa, foto di Martin Steiner
Per chi ama la canzone d’autore, chi ama la musica ma ascolta anche i testi, per chi non vuole solo canzonette e rumore, consigliamo l’ascolto di Gianmaria Testa, un artista da gustare in silenzio.
Scoperto dai Francesi, a Parigi spopola, molto amato in tutta Europa e apprezzato negli States, Testa è un uomo spiritoso, autoironico, di poche parole. Suona la chitarra e un suo concerto si può limitare a questo strumento e alla sua voce, ma collabora con sapienza e volontà con altri musicisti che provengono da svariati settori come, solo per fare un esempio, la pianista Rita Marcotulli.
La sua espressione più efficace è il concerto, dove parla poco e canta molto con la sua voce roca, i testi che sono sempre parenti della poesia. In Italia, un Paese dove qualsiasi gangster può affascinare le folle, un artista come Gianmaria Testa meriterebbe molto di più, ma si sa, nel Belpaese va avanti quasi solo chi è becero e commerciale. In Italia, alcuni lo paragonano a Paolo Conte. A parte, il vizio italiota di trovare sempre paragoni, per paura del nuovo e per scarsa capacità di scelta autonoma, Testa è più raffinato e intimista di Conte e molto meno commerciale. A limite, proprio per far contenti gli Italioti, si potrebbe avvicinare di più a Fabrizio De Andrè. L’amore perduto e ritrovato, l’amore cercato, la libertà, la natura, ma anche i temi sociali sono il leit motiv dei brani firmati da Testa. Per chi lo vuole avvicinare e capire citiamo tre pezzi che, per emozioni, sentimenti, capacità di arrivare al cuore e allo stomaco, possono essere un buon paradigma: Solo per dirti di no, Dentro la tasca di un qualunque mattino e Come al cielo gli aeroplani.
Mauro Pecchenino
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