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Lug 31, 2009 Terza Pagina
Nella musica dei giovani la creazione di immagini ha sempre rivestito una grande importanza. Già a partire da Elvis Presley e dal primo rock’n’roll, infatti, la musica ha utilizzato il linguaggio visivo come un primario strumento d’espressione. E negli anni successivi ha continuato a dare vita ad una grande quantità di materiali grafici e iconici.
Molte delle soluzioni adottate dal linguaggio visivo sviluppato nell’ambito musicale hanno contribuito all’evoluzione del design grafico in generale. Si pensi alle copertine dei prodotti musicali (e cioè degli Lp e dei Cd), che sono degli spazi minimi, ma hanno ospitato nel corso dei decenni un linguaggio grafico ricco e innovativo. Sono nate grazie al lavoro di numerosi anonimi grafici, ma anche grazie alla collaborazione di importanti artisti visivi, come Richard Hamilton (White Album dei Beatles), Peter Blake (Sergent Pepper’s dei Beatles, Who, Eric Clapton, Peter Weller), Guy Pellaert (Diamond Dogs di David Bowie, It’s Only Rock and Roll dei Rolling Stones), Hans Rudy Giger (Debbie Harry), Malcom McLaren e Jamie Reid (Sex Pistols).
Il primo artista a realizzare copertine è stato Andy Warhol. Già negli anni Cinquanta ha creato molte copertine di musica jazz (ad esempio per l’etichetta Blue Note). Poi, via via che la musica rock si è sviluppata, ha dato vita a numerose copertine, tra le quali spiccano quella bianca con la banana che si può sbucciare per i Velvet Underground o quella con i jeans dotati di una cerniera lampo funzionante, per Sticky Fingers dei Rolling Stones.
Ma ci sono anche molti grafici poco noti al di fuori dell’ambito strettamente musicale, ma che, lavorando sulle copertine, sono stati in grado di esprimere uno stile originale. Nel loro lavoro a volte hanno ripreso mondi estetici già esistenti, ma li hanno sempre trasformati in qualcosa di unico e innovativo. Sono, ad esempio, Roger Dean, Gianni Sassi, Peter Saville, Jean-Paul Goude, Neville Brody, Stefan Sagmeister o lo studio inglese Hipgnosis.
Negli ultimi anni, è però soprattutto nella videomusica che ha potuto esercitarsi il gusto estetico di grafici e art director. Il primo videoclip è considerato quello di Bohemian Rhapsody dei Queen (1975), ma l’era della videomusica si è aperta con la comparsa agli inizi degli anni Ottanta dell’emittente televisiva MTV. È nato così un meccanismo promozionale che si è rivelato fondamentale per il successo dell’industria musicale, ma anche per fare emergere tanti nuovi talenti creativi, come i registi Russel Mulchay, Steve Barron, Julien Temple, Goodley & Creme, Michel Gondry, Chris Cunningham, Jonathan Glazer, Spike Jonze.
Su questi temi è aperta sino a fine agosto 2009 la mostra Sound & Vision. Immagini dalla musica, organizzata allo Spazio Gerra di Reggio Emilia dall’Assessorato alla Cultura del Comune, con la collaborazione della Facoltà di Scienze della Comunicazione e dell’Economia dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
Vanni Codeluppi
Docente Università di Modena e Reggio Emilia
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