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Set 09, 2013 Attualità, World Wide
New York City
La televisione in rari casi può essere veicolo di cultura. Senza dubbio, si tratta di una divulgazione popolare che ha il pregio di contribuire alla conoscenza di certi settori o aspetti del vivere quotidiano. Di solito lo strumento più idoneo è il documentario, quasi mai la fiction. NYPD Blue è una serie statunitense iniziata negli anni Novanta e terminata nel 2005, ma rimane di grande attualità. Si vede ancora sui teleschermi di mezza Europa, Australia, Sud Africa e chissà quanti altri. Come tutte le serie made in USA è molto schematica e, ça va sans dire, ripetitiva. Però è l’unica che sia stata prodotta e realizzata fino ad ora, che presenti New York City nella sua realtà più quotidiana, complessa e irripetibile, in nessun altra città al mondo. La macchina da presa fruga tra i vari quartieri, scava in mezzo alle strade e alle avenue, fissa volti, azioni, angoli dimenticati, insegne, piccoli drammi, abitudini, cibi, abbigliamenti, colori e luci che offrono della capitale del mondo uno spaccato che ben poche altre riprese televisive (e non solo) potrebbero fornire allo spettatore. Un reportage attento e realista che coinvolge al tal punto da portare chi conosce bene la città a ritrovarsi immerso in essa, nel suo caos quotidiano, unico e irriproducibile. NYPD Blue è una serie poliziesca che coinvolge un distretto di polizia di Manhattan, con le sue storie di criminalità spicciola, crudele e realistica. Il tutto raccontato con buon realismo, crudezza di linguaggio e una buona dose di violenza, senza tralasciare la vita personale di ciascun detective coinvolto nelle storie. I personaggi sono semplici e ben disegnati. Il personaggio forse più mal scritto è proprio il protagonista il goffo, malvestito, malmostoso, sospettoso Andy Sipowicz, in qualche modo l’eroe della serie e il meno riuscito. Ma i telefilm hanno senso solo per NYC, la metropoli che non dorme mai, la vera protagonista che non fa solo da sfondo, ma riduce le storie a puro contorno, per mostrarsi in tutto il suo articolato, caleidoscopico, sporco, a volte fetido, ineguagliabile fascino.
Mauro Pecchenino
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