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Apr 29, 2013 Cosa bolle in Pentola
Federica Bern in Stellarum Opifice, fotografia Ufficio Stampa NCMedia
Figlia illegittima e destinata ad una breve vita di clausura la prima e padre concentrato allo studio della scienza moderna il secondo. Due cuori e tante stelle che li dividono.
Le stesse stelle luminose e motivo dello sperato ritrovamento dell’amore di Galileo nei confronti di Virginia, sentimento, in realtà, celato e mai trasmesso nei confronti di quest’ultima.”Stellarum Opifice” è una messa in scena del Piccolo Teatro Studio di Milano. Il progetto a cura di Marco Carniti, si concentra sulla lettera di una figlia, in grado di far trapelare la stima, la continua ricerca d’affetto e del profondo desiderio di rincontrare il suo creatore.Una performance coinvolgente, nella quale il suono e l’impatto visivo riescono a generare un’aurea misteriosa, in grado di espandersi in tutto il teatro. Una corazza dalla quale proteggersi, ma anche metafora della stessa condizione esistenziale imposta alla ragazza fin dall’adolescenza, ricopre e talvolta scopre il corpo della protagonista. Così queste “rette parallele” non si incontrano e scontrano mai, ma tutto sembra essere a senso unico, unidirezionale verso la meta, rappresentante l’amore di un padre assente.
Lo spettacolo termina e all’uscita la stretta di mano con Carniti, la sua solarità ed entusiasmo riesce a trasmetterci la sua grande passione per il teatro.
Erika Grupillo
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