Lo stupore della natura agli occhi dei Croods

Apr 20, 2013 Cosa bolle in Pentola

Dal film I Croods, Eep

Platone, nel mito della caverna, ci racconta come, all’inizio dei tempi per l’uomo tutto era basato sull’esperienza sensibile. Quindi ragionamenti, deduzioni e idee erano aspetti che non appartenevano, pare, ai nostri avi cavernicoli. Tutte le cose, dunque, che al giorno d’oggi ci sembrano scontate e banali – come incantarsi dinanzi alla luce di un fuoco vivo, godersi lo spettacolo di un tramonto o delle magiche stelle, oppure apprezzare un gustoso (e cotto) pasto in tranquillità o ancora ammirare la bellezza e la comodità di un paio di scarpe – non lo erano affatto per gli antenati nell’era preistorica.

“Le novità sono sempre un pericolo, dovete sempre averne paura!”. Così Grug, il papà dei Croods, il nuovo film d’animazione firmato Dreamworks, in queste settimane nelle sale italiane, cerca di difendere la sua famiglia dai pericoli del mondo esterno. Unico posto sicuro? Beh, senza dubbio la caverna. Ma l’adolescente Eep, la più grande dei tre figli del preistorico nucleo familiare, per indole ed età, inizia ad opporsi alle regole troppo restrittive del padre. Esplorare, conoscere e avventurarsi è proibito, pericoloso, fatale. Ma l’inaspettato cataclisma in arrivo stravolgerà la famiglia e tutte le sue certezze. Così inizia l’avventura dei Croods che si trovano senza caverna a dover affrontare minacce ma anche piacevoli scoperte, oltre che accogliere nella famiglia una new entry. Guy, in compagnia del suo simpatico bradipo, Laccio, conduce il gruppo – grazie alla sua esperienza non da cavernicolo – verso un posto più sicuro.

Il film, scritto e diretto da Chris Sanders e Kirk De Micco, schiva fortunatamente il rischio di un cartoon in salsa Flinstones e non delude nemmeno i più grandi. Musiche, colori, vicende e personaggi, appassionano e divertono, creando un mix spiritoso, sentimentale ed educativo al contempo, che fa riscoprire la bellezza di stupirsi davanti alla grandiosità della natura o all’intensità di un abbraccio.

Per chi ama il genere, come chi scrive, è un film davvero da vedere.

Eleonora Dafne Arnese

ardafne@hotmail.it

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