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Apr 12, 2013 Terza Pagina
Roma
Abbiamo partecipato alla prima romana di Antigone, al teatro Eliseo, nella versione contemporanea della scrittrice Valeria Parrella e che concluderà a maggio la tournèe a Catania.
Se nella tragedia di Sofocle la protagonista lottava per ottenere la sepoltura di Polinice, nella versione attuale lotta per ottenere l’eutanasia. In entrambe le versioni vive il conflitto tra i diritti dell’uomo e i divieti imposti dalla legge. Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile di Napoli, con la regia sobria, in sottrazione, di Luca De Fusco.
E’ uno spettacolo interessante, innovativo e coinvolgente questa Antigone, una donna coraggiosa che fin dal nome ha in sé la matrice dell’essere contro, pronta a mettere tutta la propria vita in gioco per una causa che ritiene giusta e irrinunciabile. Il lavoro diretto da De Fusco miscela con grande sapienza classico e attuale: i costumi sono nel novero dell’antichità, gli attori recitano con attenzione alle parole e all’impostazione della voce, mentre la musica di commento, l’inserimento di riprese in primo piano, valorizzando gli sguardi e la distribuzione della scena, sono una via di mezzo tra l’istallazione e la body performance. Un contributo importante alla rappresentazione è dato dalla protagonista, l’elegante e intensa Gaia Aprea, che sa miscelare con sapienza lo sguardo, la voce e la presenza di un fisico snello e forte. Intorno a lei danno buona prova di recitazione Paolo Serra e Nunzia Schiano, insieme a tutti gli altri che compongono l’affiatata compagnia. Antigone all’inizio e nel finale si libra nell’aria e il suo volo è come uno spaziare al di là della vita terrena, alla ricerca dei diritti (civili) che ogni essere umano dovrebbe poter esigere dalla vita, senza divieti da parte del potere e della legge.
Mauro Pecchenino
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